Se solo mi avessero informato, tanto tempo fa, della
possibilità di congelare i miei ovuli, oggi non starei qui a rimpiangere quello
per cui è tardi, combattere.
Forse avrei anche baciato il/la ginecologa che all’epoca
mi seguiva. Forse, le avrei regalato un viaggio ai tropici.
Non è andata così.
Mi prostro al suolo come Benigni e Troisi quando
scrivono al Savonarola: Ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi
senza neanche chiederti di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e noi
zitti e fermi”, firmato i peccatori con la faccia, dove sappiamo, sempre zitti
e ringrazio Dio per Daniele, zitta e ferma sotto i piedi del cielo.
Ma, c’è un ma.
Quindici anni fa, ma anche dieci, ma anche solo
cinque, ma forse anche solo due, credo che i ginecologi che presentassero alle
loro pazienti questa tecnica fossero davvero pochi nel nostro Paese. Tecnica ancora poco
conosciuta al grande pubblico ma molto più diffusa di quanto si voglia credere.
E, cosa assai importante, l’Italia è leader in questo settore ed è riconosciuto
come tale dalle più importanti società scientifiche. La notizia della crioconservazione è iniziata a
circolare nell’ambiente della fecondazione in vitro con i viaggi all’estero
delle persone che hanno trovato il loro pezzo di felicità altrove, perché più
fortunati e forse, anche più coraggiosi. O forse, solo più ricchi. Sapere di
poter crioconservare la propria fertilità, per le più disparate motivazioni, a
me, personalmente, allarga il cuore.
Non mi interessano
i motivi per cui due colossi americani come Apple o Facebook aiutino economicamente
a ricorrere a questa tecnica le proprie dipendenti, che comunque sono libere di
scegliere se ricorrervi o no. Mi interessa sapere che, alcune donne,
preservando la propria riproduttività potrebbero avere una vita migliore,
pianificando la propria maternità e generare il proprio figlio.
A me basta.
La scarsa informazione è, a mio avviso, fortemente colpevole del basso tasso di natalità, assieme ad altre concause. Baci Sandra frollini
RispondiEliminaHo letto i comunicati di Genera.
RispondiEliminaSono d'accordo con te, anche se non credo alla buona fede di due colossi aziendali...
In ogni caso, è un'altra opportunità che oggi hanno le donne. Penso però che chi non pensa a fare figli a 25/30 anni non pensa nemmeno a congelare la propria fertilità. Non è un argomento che interessa in quel momento. Credo.Ovviamente escludendo chi è in procinto di interventi, chemio, etc...
Molti hanno urlato allo scandalo, per me invece è una buona opportunità, per chi la vuole sfruttare. Nessuno ha obbligato nessuno a fare niente, è una proposta sensata, soprattutto di questi tempi, in cui le donne posticipano la nasciata dei figli per ovvie ragioni.
RispondiEliminaA me è sembrata una presa di coscienza di un dato di fatto, che si fanno figli sempre più tardi, per un motivo o per l'altro.
RispondiEliminaNon l'ho vista in chiave negativa.
Un abbraccio!
Raffaella cara, ti ho mandato una mail...
RispondiEliminaUn abbraccio
Laura <3 <3