La morte è più dura per chi resta
che per chi se ne va. O forse no, ma nessuno è mai tornato indietro a raccontarcelo.
Lo ha fatto solo una persona, ma era il figlio di Dio e il dato non è
empiricamente ripetibile.
Sarà che il mio papà è morto
quando ancora non avevo gli strumenti per gestire un vuoto così grande, che poi
non si è mai davvero in grado di dire addio a chi si ama e poco conta l’età.
In “Lettera ad un bambino che è
nato” scrivo che la difficoltà ad avere figli va oltre la capacità di procreare
E’ qualcosa che ha a che fare “con
una diversa percezione del tempo. Con l’insostenibile peso del pensiero della
fine. Il tempo che passa, inarrestabile, feroce, scorre verso qualcosa che non
torna indietro, verso la vecchiaia, la morte. La mancanza di un figlio ti priva
della possibilità di lasciare qualcosa di te, dopo di te, al mondo. Ti toglie
il conforto di credere che a qualcosa sei servito. Tutto questo sarà pure
frutto dell’egoismo, ma rende tollerabile e forse più umana, la prospettiva che
la vita possiede una fine”.
E’ inesorabile il desiderio di
lasciare qualcosa del nostro passaggio, che ci sopravviva, che attribuisca
senso.
Socrate afferma che ogni uomo
aspira all’immortalità e lo fa mettendo al mondo figli.
Figli fisici o spirituali.
“Ma chi sarebbero questi figli spirituali?
Socrate sorride benevolo. Non esiste solo la fecondità del corpo, spiega. Anche
l’anima può fecondare o venire ingravidata. Anche l’anima, proprio come il
corpo, può eccitarsi davanti a ciò che sente bello e provare la pulsione
irresistibile di procreare qualcosa che le sopravviva. L’amore è un’energia che
si impossessa dell’amante e si esprime in una tensione creativa. Se invade il
corpo, porta alla nascita di una creatura in carne e ossa. Ma se invade
l’anima, genererà qualcos’altro. Genererà delle opere.
Di queste opere generate dall’amore non
esisterà mai un catalogo completo, perché ciascuno di noi può apportarvi il suo
contributo originale. Di sicuro il catalogo non si esaurisce con le creazioni
artistiche, ma tocca ogni campo della vita. Una bella legge partorita da un
politico virtuoso, riconosce Socrate, è anch’essa una figlia spirituale
dell’amore (negli ultimi tempi ci deve essere stato un crollo drammatico delle
nascite spirituali).
Cosa sta cercando di dire, anche all’uomo
moderno, il genio di Platone? Una cosa semplice e formidabile: soltanto chi ama
crea. Non importa l’oggetto verso cui si
dirige l’energia creativa. Uno può amare una persona, un sogno, un ideale. Ma è
veramente vivo soltanto se, e soltanto finché, ama qualcuno o qualcosa”.
Guardo i corpi senza vita
restituiti dal mare inclemente, disgregati contro barriere invalicabili, mentre
lo stomaco mi si contorce dal male. Le onde parlano una lingua triste, malgrado
il sole della Sicilia ed il bianco della spiaggia dei conigli. E di nuovo tutto
scorrerà, come l’acqua, come i giorni, diversi l’uno dall’altro, eterni nella
loro ripetibilità.
Ma non sono ripetibili. Ogni
istante è diverso da quello che lo precede, ogni momento buono per non essere
rimpianto, ogni momento buono per morire sotto un cielo complice.
Tutti i modi di dare amore,tutti i modi perché un po'
di noi sopravviva, in tante persone diverse, nei geni e nelle anime, nelle
mete, nelle passioni, nei sogni che sapremo inventare, placano il mio senso di
angoscia davanti alla morte.
Forse, non daremo mai un senso a quei corpi, o
a quello dello scorrere del tempo senza un figlio, ma avremmo amato.
Simposio
di Platone
(IV sec
A.C.)
Il
discorso di Socrate (III parte)
Massimo Gramellini La Stampa
“Solo chi
ama veramente è vivo”
La morte si sconfigge con l'amore e' l'unico modo.
RispondiEliminaMi consola l'idea di poter avere figli spirituali. Quelli che magari non dipendono dal tuo corpo, che se ne fregano delle tue ovaie, dei follicoli, delle stimolazioni. Quelli che basta volerli.
RispondiEliminaPer fortuna che esistono :)
bellissimo post, perfetto dalla prima all'ultima parola per questa giornata.
RispondiEliminagrazie sandra quella di natallia
Bellissimo.
RispondiEliminaGrazie per averci dato queste parole.
RispondiEliminaSe nulla si crea e nulla si distrugge, allora credo che il miglior strumento di trasformazione sia proprio l'amore. Le tue parole lo raccontano senza ombra di dubbio.
RispondiEliminaVorrei che una persona (e forse anche due...) leggesse questo post, ma non avrò mai il coraggio di condividerlo con lei.
RispondiEliminagià, l'amore. grazie per la preghiera
RispondiEliminaNon so Raffaella se riuscirò a superare se papà dovesse (ancora non si riprende), sicuramente il tempo farà il suo corso ma......non so
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