Io sono innamorata, persa.
Fradicia. Rapita, stregata, cotta.
Di quelle che pensano che il proprio figlio sia l’incarnazione
della bellezza. L’eccezione che si fa regola, il ponte tra il finito e
l’infinito. Me lo guardo, me lo annuso, se potessi, me lo mangerei a morsi.
Conosco ogni curva, ogni segno che il tempo sta incidendo sul
suo corpicino. Il livido sotto il ginocchio destro, le fossette sulle guance.
Potrei disegnare a occhi chiusi il suo visino.
Possiede una delle caratteristiche che più amo nel genere
maschile, fa ridere.
Quando fa una marachella e beccato guarda in alto come faceva
Carlo Verdone, quando tira fuori vocaboli improbabili, quando guarda il cane
mentre fa la popò e storce il naso perché “pussa, bleah”, quando mi chiede se
io e lui siamo amici. Mi racconta le “avole”, lui, a me. Cominciano tutte con
c’era una volta, c’è sempre un lupo “attivo-attivo” che, di solito si scotta il
culetto cadendo nel camino. E poi c’è lui, che di solito salva la principessa
che, di solito, sono io. C’è anche dell’altro, ma non sempre lo capisco.
Sto imparando (meglio tardi che mai) che, il detto “i bambini
sono come spugne” è vero come vera è l’alba ogni mattina.
Attenendomi al buon senso e ispirandomi ai migliori principi
pedagogici cerco, con rigore, di dare il buon esempio.
Cercare non significa, riuscire.
Tento di parlare un italiano corretto in sua presenza, cerco di
usare sempre un tono di voce calmo e costante, mi trattengo dal lanciarlo fuori
dalla finestra quando, testardo come il più ostinato dei muli, si rifiuta di
seguire una regola, tento di trovare il giusto compromesso tra insegnare e
comprendere, inseguo fantasia e raziocinio, volo insieme con lui su ali
inventate, con i piedi ben piantati nel cielo e la mente, oltre.
E’ difficile, è un esercizio quotidiano di complicata acrobazia.
E’ anche peggio dell’assemblaggio dei mobili Ikea, se possibile.
Almeno, in quel caso, uno straccio di libretto delle istruzioni
nella scatola imballata lo mettono.
Comunque, mancando la formazione di base, spesso si va a
braccio. Magari con tutte e due le braccia, magari anche aperte e con tutta
l’anima nel mezzo.
In questo periodo a casa nostra Babbo Natale si è espanso.
Questo nonno dalla pancia grossa e dal cuore immenso che
accoglie e racchiude, trattiene i desideri per ventiquattro giorni l’anno e
rimanda un atto di amore e di fiducia per il resto del tempo, questo nonno che
nel mio immaginario di bambina rappresenta il magico e in quello di donna la
speranza, l’attesa, la voglia di credere ancora ed ancora, a casa mia ha già
assunto diverse sfumature.
La tonalità migliore, il panciuto grassone l’ha assunta ieri
pomeriggio in un negozio di abiti del centro della mia città, quando nel bel
mezzo di un capriccio, mentre la proprietaria amorevolmente spiegava a mio
figlio che per il suo bene, era meglio che si rimettesse il piumino tolto per
giocare e facesse il bravo, altrimenti nessuno gli avrebbe portato dei doni,
mio figlio, guardandola dritta negli occhi ha impallidito una delle possibili
sfumature di santa Klaus asserendo con convinzione e consapevolezza e una
precisa bravura nella contestualizzazione:” Azzo di idiota etto Abbo Atale…”
Serve la traduzione?
nooooo ahahaha a davvero ha risposto cosi'..hahah
RispondiEliminaSi, davvero, non puoi capire la vergogna...
EliminaOddio sto morendo dal ridere.
RispondiEliminaGuarda io non sapevo se sotterrarmi dalla vergogna, ridere o scappare!
Eliminaazz..però, che bel momento! ;) proprio da bianco natal!
RispondiEliminaSi, proprio un bel momento, dovevi vedere la faccia della proprietaria!
Eliminaessere mamma non è facile, anche se penso sia una cosa bellissima!!:) I bimbi sono troppo forti :)
RispondiEliminaHai ragione e soprattutto dicono quello che gli passa per la testa senza filtri.
Elimina"il panciuto grassone" è fantastico! Ho rivisto le foto della mia panciuta grassona e tettona e ho ridacchiato forte. Sono così belli e morbidoni... Che bello che parla, ma azzo contestualizziamo!!
RispondiEliminaTanti cari auguri!
Anche a voi, con affetto sincero.
EliminaHahaha! Mi sarebbe piaciuto vedere la faccia della proprietaria!!
RispondiEliminaEra tra l'inorridito e il "forse non ho capito"!
EliminaMitico lui!
RispondiEliminaCominiamo bene, direi.
EliminaAhahahah straordinario!!!
RispondiEliminaPat guarda volevo scappare...
EliminaStupendo :)
RispondiEliminaE sincero!
Elimina♥ non hanno mezzi termini i bambini.
RispondiEliminaBella tu, grazie ancora per la mail!
Un piccolo genio!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! :) :) :)
RispondiEliminaGioia!! troppo sincero!! la mia mi guarda e mi dice... faffacul.... e ride.. da chi l'ha sentito nn so!!!
RispondiEliminaurka! :D
RispondiEliminaMio figlio tiene il repertorio delle esclamazioni, più o meno volgari, solo per il pubblico casalingo e non so cosa sia meglio ;)
RispondiEliminaPerò stai certa che non ti annoierai mai, troppo arguto ... e tutto sommato di buon senso, vista la sciocca minaccia che gli stavano propinando!
Fortuna che perlomeno tuo figlio toglie le iniziali :-)
RispondiEliminaRicordo che da piccino, avrò avuto 5/6 anni, alla vicina di casa dissi:
"Lo sai che tu sei proprio curiosa?"
Mia madre abbozzò (anche perché era stata lei a svelarmi la curiosità vicinesca ;-))