Sono giorni difficili per la mia città, balzata
sulle cronache nazionali per un orrendo delitto avvenuto ai danni di un giovane
senza colpa, alcuna. Moltissime le cose dette, fatte. Moltissimi i commenti al
vetriolo; la rabbia esplode con il dolore e porta a galla la parte peggiore di
noi. Perché la paura fa dire e pensare le cose più ignobili.
La gente è stanca,
esasperata dal lassismo di uno stato assente, di istituzioni che non arginano
i problemi, da un finto buonismo che ci porta tutti in balia dei folli. Un’onda
di violenza e di razzismo si è innalzata davanti ad un delitto che, il caso ha
voluto, così brutale. Dall’altra parte un ragazzo per bene, una famiglia
distrutta che, malgrado il dolore, non vuole altra violenza ma solo giustizia.
Sono giorni tristi, giorni in cui anche il cielo sembra non voglia brillare nel
rispetto di chi se ne è andato, con la gola tagliata per mano di un balordo
che, in questo caso, è uno straniero con precedenti e già espulso dal paese.
Sono giorni in cui i pensieri si susseguono, si contraddicono, si confondono e
lasciano l’amaro in bocca in chi cerca di inghiottire un dolore amaro, in cui
tremano le certezze e le convinzioni. In cui vacillano anche i valori.
Il problema è proprio questo: tocca allo Stato garantire la legalità, punire chi si macchia di colpe così atroci ed evitare che possano fare del male. Quando lo Stato non vuole o non può farlo ci sentiamo amareggiati e insicuri. E purtroppo la rabbia ci sembra l'unico modo per dar sfogo a questi sentimenti.
RispondiEliminaNon si può passare sopra a tutto, qui non si tratta di italiano o straniero, qui si tratta di aver sovvertito le regole della legalità e la direzione che si deve prendere deve essere forte e decisa, ma come al solito non ne saremo capaci.
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