L' albero nel Bosco dei Giusti, allo Yad Vashem, uno dei luoghi
della Memoria più sacri per il popolo ebraico, ha un ramo in più.
Gino Bartali, il campione del ciclismo, è stato proclamato giusto
tra i giusti.
E’ una storia bellissima. E la voglio raccontare perché,
personalmente, io di quest’uomo non sapevo nulla tranne il famigerato
antagonismo con il suo antagonista Fausto Coppi.
E invece, quest’uomo dal naso grande e dai polpacci forti, ha
salvato circa 800 perseguitati ebrei, nascondendo nella canna della sua bici
documenti falsi e carte da consegnare alle famiglie rifugiate in conventi e
monasteri per aiutarle a scappare dall' Italia, mentre si allenava.
Tra il settembre del 1943 ed il
giugno del 1944 pedalò così’ intensamente lungo la rete ebraico-cristiana,
messa in piedi a seguito dell'occupazione tedesca e all'avvio della
deportazione degli ebrei, salvando centinaia di ebrei locali ed ebrei rifugiati
dai territori prima sotto controllo italiano, principalmente in Francia e
Yugoslavia.
E’ tutto documentato. Basta leggere la storia di questa formidabile
rete consultando il decimo numero (anno IV) della rivista Ecclesia, stampata a
Città del Vaticano e uscita nell' ottobre del 1945.
La sua attività non si limitò a far da staffetta perché nascose
anche alcune famiglie ebre nella sua casa, nonostante i fascisti lo sorvegliassero.
Sembra che, finita la guerra, quando gli chiesero numi sulla sua
attività segreta lui abbia risposto:” Le cose belle si fanno, non si dicono”. Che vi
devo dire? A me chi mette in pericolo la propria incolumità per il bene di
altri, mi allarga il cuore.
Buona pedalata, uomo dal naso grande.
E sulle note di
Paolo Conte vi auguro buona giornata:
” Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu. -
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu. -
Farà piacere un bel mazzo di rose
e anche il rumore che fa il cellophane
ma una birra fa gola di più
in questo giorno appiccicoso di caucciù.
Sono seduto in cima a un paracarro
e sto pensando agli affari miei
tra una moto e l'altra c'è un gran silenzio
che descriverti non saprei.
Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu. -
È tutto un complesso di cose
che fa sì che io mi fermi qui
le donne a volte sì sono scontrose
o forse han voglia di far la pipì.
E tramonta questo giorno in arancione
e si gonfia di ricordi che non sai
mi piace restar qui sullo stradone
impolverato, se tu vuoi andare, vai
e vai che io sto qui e aspetto Bartali
scalpitando sui miei sandali
da quella curva spunterà
quel naso triste da italiano allegro
tra i francesi che si incazzano
e i giornali che svolazzano
C'è un pò di vento, abbaia la campagna
e c'è una luna in fondo al blu
Tra i francesi che s'incazzano
e i giornali che svolazzano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu! "
e anche il rumore che fa il cellophane
ma una birra fa gola di più
in questo giorno appiccicoso di caucciù.
Sono seduto in cima a un paracarro
e sto pensando agli affari miei
tra una moto e l'altra c'è un gran silenzio
che descriverti non saprei.
Oh, quanta strada nei miei sandali
quanta ne avrà fatta Bartali
quel naso triste come una salita
quegli occhi allegri da italiano in gita
e i francesi ci rispettano
che le balle ancora gli girano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu. -
È tutto un complesso di cose
che fa sì che io mi fermi qui
le donne a volte sì sono scontrose
o forse han voglia di far la pipì.
E tramonta questo giorno in arancione
e si gonfia di ricordi che non sai
mi piace restar qui sullo stradone
impolverato, se tu vuoi andare, vai
e vai che io sto qui e aspetto Bartali
scalpitando sui miei sandali
da quella curva spunterà
quel naso triste da italiano allegro
tra i francesi che si incazzano
e i giornali che svolazzano
C'è un pò di vento, abbaia la campagna
e c'è una luna in fondo al blu
Tra i francesi che s'incazzano
e i giornali che svolazzano
e tu mi fai - dobbiamo andare al cine -
- e vai el cine, vacci tu! "
Non ero a conoscenza di questa storia. Un grande uomo.
RispondiEliminaHa saputo rischiare tanto del suo per gli altri. Da ammirare
RispondiEliminaNon sapevo nulla di questa storia, grazie di averla raccontata!
RispondiEliminal'ho sentito ieri, una storia stupenda, grazie per averla diffusa. Sandra quella di Natallia
RispondiEliminaChe bella storia davvero, di quelle che rimangono impresse nell'immaginazione e nel cuore. Grazie di averla raccontata!
RispondiEliminache bella storia. E adoro la canzone
RispondiEliminaBrava Raffaella, anch'io ho voluto saperne di più, ed ho scoperto molte altre storie di vero altruismo..un vero insegnamento...altro che la nostra generazione di egoisti...
RispondiEliminaAnch'io non conoscevo questo lato della storia di Bartali, prima di legger l'articolo sul giornale.
RispondiEliminaC'è davvero un mucchio di cose che non so, in realtà.
E mi dispiace soprattutto perdere perle di storia positive e che portano luce.