martedì 30 ottobre 2012

Il curriculum umano


Venerdì sera è morta improvvisamente la mamma di una mia amica.

Era giovane. Si è svegliata nella notte, ha sentito un rumore sordo al centro del petto ed è morta. Neanche il tempo di farle una camomilla, neanche il tempo di dirle quanto i suoi cari l’hanno amata. E’ morta tra le braccia del marito, silenziosamente.

Così senza preavviso, senza avvertire, senza dare il tempo di preparare le figlie a vivere una vita senza di lei.

Il suo compagno l’ha abbracciata e lei si è abbandonata. Lasciandosi andare altrove.

Le sopravvive anche sua madre. E credo che non ci sia dolore più grande se non quello di continuare a vivere dopo la morte del proprio figlio.

Sabato mattina c’è stato il funerale e tra le lacrime e il dolore per una madre che lascia questa terra, ho sentito la più strana delle omelie.

Un’omelia di stampo aziendalistico. In linea perfetta con gli standard europei.

Infatti, il prete ha detto, testuali parole che: ”Chi ha espletato un curriculum umano di tutto rispetto, rasentando la perfezione, è chiamato dal Signore. Non importa quanti anni hai, cosa ti rimane da fare. Se hai un buon curriculum umano e sei talmente buono da sembrare pronto a Dio, significa che è venuto il tuo tempo.

Fine, stop. Obbligo di fermata.

Tutti sappiamo cosa sia il curriculum vitae et studio rum, più comunemente curriculum vitae oppure, semplicemente, curriculum, che tradotto dal latino significa corso della vita (e degli studi), ma non chiedetemi cosa sa quello umano.

Davvero, non ne avevo mai sentito parlare. Sebbene immagini di cosa si tratti, non ne ho una definizione terminologica.

Poiché il primo è un documento redatto al fine di presentare la situazione personale, scolastica e lavorativa di una persona a un datore di lavoro ed è il primo approccio tra candidato e datore, onestamente, non vedo perché uno dovrebbe mandare il suo curriculum umano al Signore a meno che non si sia proprio scocciato di vivere. Nel qual caso però, credo che il suicidio non rientri tra le esperienze formative ritenute positive. Oppure è un modo di dire a Dio che non si è soggetti al licenziamento, perché si va via decidendo da soli. E il più delle volte, sbattendo la porta.

Non so perché, ma per i cattolici la morte è sempre una promozione. E giù a sciorinare di quanto stia bene ora il defunto e di come, chi resta, debba esserne contento.

Beh, non te la prendere prete. Io so che tu fai il tuo mestiere. Ma lascia a chi resta il diritto di essere incazzato, di urlare, sbattere la testa contro gli spigoli e tirare per i piedi il proprio caro. Fino a che esausto lo lascerà andare, sperando che la separazione diventi più sottile del vento e dell’aria e che sia capace di ritrovare la persona persa in ogni frammento di cielo e di sé.

Ma torniamo al curriculum vitae.

Considerando le sezioni standard per organizzare le informazioni in modo tale che siano facilmente leggibili da parte di chi riceve il curriculum vitae, concordo su:

- I dati anagrafici;

- La formazione.

- Le esperienze professionali;

- La conoscenza delle lingue straniere;

- Gli hobby e gli interessi;

- La liberatoria.

Ma mi chiedo, come organizzare le sezioni del curriculum umano?

Cosa inserire nelle esperienze professionali?

Buono in apprendistato professionalizzante?

Dovremmo forse scrivere una roba tipo, cose buone svolte, cose cattive pensate o fatte, peccati.

E che peso dare ai cattivi pensieri, che voto dare al bene, all’altruismo, alla giustizia, all’integrità morale, eppure all’odio verso chi fa del male?

In quest’ottica forse ha un senso il detto”Se ne vanno sempre i migliori”. Forse hanno un buon curriculum.

Mi chiedo però, visto che mi scoccia morire, perché vorrei vedere come va a finire la faccenda delle primarie, perché non posso pensare di non veder crescere mio figlio, perché lasciare chi si ama fa un male cane anche dal paradiso o dall’inferno e cerco di non andare ai funerali degli altri, sperando così che gli altri non vengano al mio: non sarebbe meglio essere un tantino più cattivi, così tanto per allungare di un pochino il tempo di perfezionamento sulla terra?

Il segreto credo sia barare un pochino sulle esperienze professionali: poca esperienza in buone azioni, o troppa poca competenza nel settore “bontà”per meritare di essere chiamati prima di terminare la personale best practice.

 

27 commenti:

  1. in chiesa non ci metto piede dalla prima comunione, 1977.
    non mi ricordo molto del modo in cui parlano o dovrebbero parlare i preti.
    non mi stupisce il piglio manageriale, tutto ciò che da secoli si costruisce attorno alla religione - ovvero al bisogno disperato degli essere umani di cercare una consolazione alle loro miserie - è puro business.
    lasciando stare temi come tasse ecc

    pensa solo al fatto che devi pagare per far dire una messa al defunto
    come pagare?
    ma la celebrazione della messa non è un obbligo comunque per il sacerdote?
    deve essere pagato per farla più di quanto già non lo paghiamo tutti noi mantenendolo per un servizio di cui, peraltro, non usufruiamo?

    mi fermo per non offendere lo spirito religioso di nessuno e soprattutto perchè, in tutta questa storia, c'è il dolore di una famiglia che ha perso una parte di sè.

    un abbraccio alla tua amica

    Adelia

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  2. Concordo con quanto scrivi rivolgendoti al prete... Una volta ho ascoltato e ammirato molto le parole di un Pastore (chiesa valdese) che di fronte ad una madre di 42 anni morta di tumore abbia allargato le braccia e abbia ammesso la sua impotenza e incredulità, il suo dubbio: "il perchè non lo so".

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    1. A volte alzare le barccia e dire "Non lo so, è meglio di tante parole".
      Grazie

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  3. A questo punto sono felice che il mio c.v. non vada bene a nessuno!
    Voglio restare "disoccupata" ancora per un bel po'.....
    Che sono una cattolica atea già lo sai, ma penso che in certe situazioni molti uomini di Dio potrebbero anche usare il silenzio.

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  4. Mi ha fatto sorridere il curriculum studio rum :D Il correttore ci ha messo la codina, e ha stemperato la tensione....

    Perché i cattolici devono vedere la morte come una promozione? Perché la morte fa paura, e la si esorcizza attribuendole qualità ultraterrene. Perché speri in una giustizia ultraterrena, dopo che quella terrena si è fatta attendere. Perché a chi è vivo consola pensare che di la si sta meglio.

    Io non so se ci sia un di la. So che la vita può essere bellissima, oppure pesantissima. Puoi non volerla mai lasciare, oppure sperare che termini presto.

    Penso che ognuno abbia il diritto di affrontare il problema come desidera: non c'è una soluzione buona per chiunque. La mia soluzione è che la morte è l'unica certezza della vita. Arriverà.

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    1. Si arriverà. Meglio poi che prima, ora come ora.
      Le codine stemperano sempre....
      Baci

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  5. Io non sono nemmeno battezzata, fai te. Scelta dei miei genitori, che con la chiesa hanno avuto veramente poco da spartire, nonostante la mia nonna materna girasse col crocifisso in tasca. Rispetto chi crede, chi crede veramente che chi ci lascia vada a stare in un posto migliore e io lo spero tanto, anche se non credo. Ma permettetemi di incazzarmi un tantinello, se mi sento dire che siccome sono tanto buona allora devo morire. Se sono così buona, posso scegliere di vivere ancora un po'? Di stare con i miei cari? Di vedere come si conclude la nona serie di Grey's Anatomy? Chiedo eh. Visto che dicono "Chiedi e ti sarà dato!".

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  6. Mi dispiace molto per questa persona. Una morte cosi' inaspettata e' sempre tragica e il dolore non trova appiglio.
    Sfortunatamente ho assistito ad un certo numero di funerali, ed e' vero che difficilmente l'omelia e' sentita e personale - anche se mai aziendalistica come questa. D'altra parte mi chiedo quanto un prete che non ha mai visto e conosciuto una persona possa alleviare la sofferenza di chi resta con delle semplici parole. E' successo anche con i miei familiari, visto che in vita si erano tenuti ben alla larga dalla parrocchia, e l'omelia funebre e' stata ovviamente banale.
    Un abbraccio forte a te e alla tua amica.

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    1. Difficilmente infatti le omelie possono essere "gradevoli" ma non mi era mai capitato di sentirne una così. Sono rimasta sorpresa. Ecco,

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  7. E' terribile quando muore una persona. Mia madre mi ha lasciato 3enne quando lei non aveva nemmeno 34 anni, dopo avermi desiderato per 8 lunghi anni e dopo 10 anni di malattia ed io ho subìto le conseguenze della sua assenza nel corso della mia vita. Anche a me hanno dato la medesima giustificazione: era una persona speciale e Dio l'ha chiamata a sè. Dicono che comprendere e accettare tutto questo significa avere Fede, ebbene io non so se sono capace di aver Fede, nel senso stretto della parola, perchè tuttora non riesco a capire. Quanto alle omelie funebri, gran parte delle volte ho assistito a cerimonie in cui un prete che neanche conosceva il defunto, si è smanicato con frasi senza nè capo nè coda e la cosa mi ha fatto a dir poco incazzare. Molti altri "uomini di chiesa" parlano come se fossero degli imprenditori (l'arcivescovo della città in cui vivo parla sempre di soldi, lavoro.... di tutto tranne che d amore, carità e tutto quelle cose con cui per secoli la chiesa ha cercato d'intortare la gente). Ho una buona cultura e conosco minuzisamente tutti i crimini, i misfatti e le amenità di cui si è macchiata certa gente di chiesa, che sale sul pulpito e giudica e si permette di interferire nella vita sociale, politica ed economica laica. Insomma sono credente in un Dio, chiamalo Allah, Buddha o come ti pare. Io ci credo, ma non credo nella chiesa, la rinnego come istituzione. Sono stata e sono tuttora una persona buona, ma sono anche una peccatrice (ho peccato di "adulterio", spesso NON onoro mio padre, convivo, faccio PMA, non vado in chiesa da 30 anni e mio figlio forse nascerà dall'ovulo di un'altra donna e non lo battezzerò), credi che sono abbastanza "cattiva" da meritarmi di continuare a vivere a lungo su questa Terra?
    Abbraccia la tua amica anche da parte mia
    :***

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  8. Oh se sei cattiva tu lo sono anche io. Credo anche io in Dio o Buddha o chi per lui, ma non nella Chiesa. credo nel volore laico di certi diritti. Daniele non è stato battezzato, deciderà lui se farlo o no. Ho convissuto, sono ricorsa alla fecondazione assistita, dico le parolacce, mi arrabbio e ho desiderato di morire. Credo che <cristo sia stato il primo comunista sulla terra e se ho anche dieci euro e qualcuno mi chiede da mangiare gli dò anche il cappotto. Infatti non ho mai una lira.
    Della serie: cattivissima.

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    1. Hai dimenticato anche che Cristo è frutto di eterologa con donazione di seme e che la serva Agar abbia donato alla moglie di Abramo, Sarai, il figlio Ismaele, frutto di "utero in affitto", questo e molto altro ;)
      Dio quanto sò cattiva!!!

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  9. Mi dispiace tantissimo per la mamma della tua amica.
    Condivido ogni virgola delle tue -sempre bellissime- riflessioni.
    Un bacio.

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  10. condivido, la Chiesa 'non e`sul pezzo'. spero, pero`, che ci sia qualcosa dopo la vita, semplicemente per dare un senso alla morte. le mie creature, intanto, non frequentano l'oratorio ne`faranno la comunione..

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  11. Ho letto il post e mi dispiace molto per la situazione.

    Io comunque sono cattolica e non mi ritrovo nella descrizione di "morte come promozione". La morte avvicina e riconduce a Dio, ma non per questo bisogna solo gioire quando qualcuno muore. La fede aiuta ad accettare la morte perché insegna che c'è qualcosa dall'altra parte, che tutto non è finito. Questo non significa che non si soffra. Soffriamo per noi che restiamo senza chi amiamo e anche per chi muore, perché avrebbe ancora potuto fare tante cose. Anche Gesù, davanti alla tomba dell'amato amico Lazzaro, si commuove e diventa triste e sconsolato. Soffre. E chi meglio di lui può sapere che la morte non è la fine di tutto? Però siamo umani e soffriamo, è normale. E la Chiesa e la fede non vengono certo a criticare questo dolore e neppure a negarlo. Con ciò non voglio convincere nessuno, solo che sentivo di voler dire la mia.

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  12. Eh già, anche il cv umano ci tocca sentire.
    Che se ne vanno i migliori è la consolazione di chi resta, l'idea che ci sia qualcosa dopo è il bisogno umano di rassicurazione, ma che sia il cv a fare la differenza mi lascia perplessa. Spesso se ne vanno anche i peggiori, solo che siamo cattivi a dirlo perché da morti diventiamo tutti speciali.
    Ma non c'è un modello europeo di sto cv? Per sapere cosa scrivere o non scrivere?

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    1. Oh che bello! Hai tolto quel controllo lì che mi faceva impazzire ad ogni commento.

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  13. sì per esorcizzar la morte si tira in ballo sto curriculum piuttosto grottesco, via.
    Una morte prematura rimane un dramma per chi resta e soprattutto per chi va via, che poi vada in un posto migliore lo speriamo tutti, ma visto che super banalmente, nessuno è tornata a raccontarci cosa ci sia davvero oltre il cancello, siam pieni di dubbi e paure.
    Abbraccione

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  14. Al cv umano non avevo mai pensato, forse può essere davvero un ciclo che finisce per poi ripartire ma non credo nel "morto sempre buono". Sono stata a funerali di persone oggettivamente difficili in vita e le parole alla fine sono sempre le stesse, è lo stesso anche il dolore di chi li ha comunque amati.
    Non ho mai avuto molta paura della morte, vorrei che la mia passasse senza troppe parole, che alla fine stonano e far star peggio chi già soffre è assurdo ...

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  15. il prete avvrebbe potuto aggiungere... "Sono sempre i migliori che se ne vanno"... *_*
    Da parte mia spero di non aver terminato di espletare ancora un bel nulla eh eh

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  16. mi spiace tantissimo per la mamma delle tue amiche.
    hai descritto quella situazione in modo garbato e delicato.
    mi sono commossa.

    a presto
    I.

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  17. dicono che sono i dolori, quelli che fanno crescere e rendono migliori. motivo in più per starsene il più a lungo possibile un po' immaturi e un po' al di sotto delle proprie potenzialità. alle volte, questa sopravvalutata "crescita interiore" ha un prezzo decisamente troppo alto.
    un abbraccio

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  18. Mi dispiace x la mamma della tua amica, il prete con la sua uscita infelice ha perso un'occasione x tacere e lo dico da cattolica praticante

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  19. ho smesso da tempo di esser praticante e poi anche cattolica, giusto perché di preti come quello ce ne sono in giro troppi per i miei gusti.

    epperò c'è una legge inconfutabile, in questa vita.
    la morte arriva quando vuole lei.

    un'abbraccio alla tua amica

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