Sono cattolica,
a modo mio, ma non praticante, sempre a modo mio. Vado, entro, ringrazio e poi
scappo via.
Temo di stare al
cattolicesimo quanto una fettina di pancetta a un piatto vegetariano.
Credo nel Padre,
nel Figlio e nella Donna che l’ha partorito, come nello Spirito. Me lo immagino
tipo l’abbraccio di mio padre che non c’è più. Un abbraccio che calma e placa e
manda via i mostri da sotto il letto.
Non credo invece
negli uomini che cercano di impormi con forza le proprie idee, niente nella
Chiesa come istituzione gerarchizzata di uomini affamati di potere.
Odio l’ipocrisia,
la cupidigia, gli intrighi, il voler a tutti costi essere legati a un passato
che, inesorabilmente cambia e con lui le esigenze della gente, i bisogni.
Eppure, ieri,
davanti a quella folla, davanti a quel mare di gente, quando l’ho visto, ho
pianto.
Per farvi
capire: noi siamo di quelli che non battezzano il proprio figlio perché credono
nel diritto di scegliere la religione in cui credere o non credere, nel diritto
di scelta, a priori, senza imposizione alcuna.
Ma ieri sera, io
ho stretto mio figlio e ho sperato che Lui lo benedisse.
E benedisse noi,
e il cammino che avevamo fatto.
E per la prima
volta nella mia vita, ho sentito, davanti ad un Papa, un’emozione che mi ha
travolto.
Francesco, per
me che sono Umbra, per me che ho Assisi vicino, ha un senso.
Ha un senso
quella semplicità parlata, l’umiltà di gesti poveri, l’accento un po’ così, per
me che adoro lo spagnolo.
Oggi, tra i
tanti articoli letti, mi colpisce quello di Massimo Gremellini, perché dice le
stesse cose che ci siamo detti io e mio marito ieri sera.
Noi urliamo allo
stadio, non davanti al Papa.
Battiamo le mani
a teatro, non ai funerali.
Non gridiamo ai
comizi elettorali ma dietro le note di una canzone. Io in modo stonato.
Ma vedere quella
folla afona, in silenzio davanti ad un uomo che parla come Maradona (lo abbiamo
detto anche noi!) mi ha fatto bene al cuore e ho pensato che forse non eravamo così lontani, piuttosto eravamo
vicini nello spirito, lungo lo stesso cammino.
Dal “Cantico
delle Creature”
Altissimo,
onnipotente, buon Signore
tue sono le lodi, la gloria e l'onore
ed ogni benedizione.
A te
solo, Altissimo, si confanno,
e nessun uomo è degno di te.
per tutte le creature,
specialmente per messer Frate Sole,
il quale porta il giorno che ci illumina
ed esso è bello e raggiante con grande
splendore:
di te, Altissimo, porta significazione.
per sora Luna e le Stelle:
in cielo le hai formate
limpide, belle e preziose.
per l'Aria, le Nuvole, il Cielo sereno ed
ogni tempo
per il quale alle tue creature dai
sostentamento.
la quale è molto utile, umile, preziosa
e casta.
con il quale ci illumini la notte:
ed esso è robusto, bello, forte e
giocondo.
la quale ci sostenta e governa e
produce diversi frutti con coloriti fiori ed
erba.
per quelli che perdonano per amor tuo
e sopportano malattia e sofferenza.
Beati
quelli che le sopporteranno in pace
perchè da te saranno incoronati.
per nostra sora Morte corporale,
dalla quale nessun uomo vivente può
scampare.
Guai
a quelli che morranno nel peccato mortale.
Beati
quelli che si troveranno nella tua volontà
poichè loro la morte non farà alcun male.
e servitelo con grande umiltate.
San Francesco D’Assisi 1224.
C'è più credo nelle tue parole che in tante "persone" di Chiesa.
RispondiEliminaAnch'io mi sono emozionata tanto.
RispondiEliminaSai che ha fatto lo stesso effetto anche a noi?
RispondiEliminaChe bello che in molti abbiamo pensato e provato le stesse cose.
RispondiEliminama te lo immagini il Papa in metropolitana?
RispondiEliminasperiamo che sappia riformare la Chiesa e sappia rispondere agli uomini del nostro tempo
si mi sembra il papa perfetto.
RispondiEliminaHo provato la tua stessa emozione e avrei voluto anche io aggiungere al mio post di oggi questa bellissima preghiera ma era già troppo lungo di suo e passare da te e trovarla sembra quasi telepatia;-))
RispondiEliminacommozione anche qui, dove non si frequenta il corso di catechismo ne`si faranno comunione e cresima. eppure quell'uomo fa sperare
RispondiEliminaA me più che l'uomo in sè, ha mozionato a solennità del momento. La solennità mi emoziona sempre. Perchè è rara, preziosa e, spesso, irripetibile.
RispondiEliminaIeri, infine, c'era anche la consapevolezza di essere lì, davanti alla tv, ma anche di essere in procinto di scrivere un manuale di storia.
forse non sei così distante come pensi.Sei con i tantissimi che ieri hanno condiviso la gioia, la preghiera e la serenità che subiro Papa Francesco ha saputo comunicarci. Abbiamo bisogno di sentirci vicini.
RispondiEliminaPat
Credo che la scelta del nome abbia emozionato tutti e ci faccia sperare in molti. San Francesco rappresenta il buono del cattolicesimi, la parte pura che tutti amiamo!
RispondiEliminaAnch'io oggi a modo mio ho postato una cosa del genere :-)
RispondiEliminaCara MammalnSE.... Non ci conosciamo, sono capitata qui per caso. Sono contenta e ammiro questo post. Magari la pensassero come te tante persone cattoliche praticanti... Sento che sei una bella persona dai sani principi. Sicuramente tornerò a farti visita. Ti auguro tanto bene. Bruna.. ciaoooooooo
RispondiEliminaQuanto mi piace ritrovarti qui con lo stesso testo ceh ho lasciato da tessy.
RispondiEliminaTeleblogpatia: ne siamo affette =).
Susibita