venerdì 17 agosto 2012

Cento motivi per essere infelice, uno per non esserlo


Ci sono giorni che definire “giorni no” è un eufemismo. Che ti svegli la mattina, dopo che non hai chiuso occhio tutta la notte perché tuo figlio, nonostante abbia compiuto sedici mesi, si è svegliato ogni quarto d’ora, che cerchi di svegliarti con un maledetto caffè e la macchinetta elettrica, che lo fa tanto buono, decide di rompersi proprio mentre lo stai preparando.

Ci sono giorni no, quei giorni che iniziano proprio male, che scendi dal letto e sbatti il mignolo del piede destro contro lo spigolo del mobile e ti ricordi di essere ovviamente scalza. Che cominci la giornata scaricando dal calendario tutti i santi del paradiso, pentendoti nello stesso istante in cui lo fai, mortificata per non essere grata per quanto il destino ti stia dando e conscia del fatto che  il vendicativo fato si riprenderà sotto altra forma la fortuna sfacciata di cui stai godendo.  
Quei giorni in cui, salendo sulla bilancia, ti accorgi che hai messo su due chili nel giro di tre notti e che il tubino nero che hai comprato ti farà somigliare alla centrale elettrica di Cerreto più che alla mamma figa che avevi in mente.

Quei giorni in cui i pensieri sbattano da una parte all’altra del cervello come farfalle in un bicchiere da caffè. Giorni in cui la depressione ti travolge come un uragano e ti chiedi “ ma quantocazzo dura sta  depressione post partum?” anche se, a dire il vero, la tendenza alla malinconia l’avevi anche prima di partorire. Giorni in cui difficilmente intravedi margini di miglioramento per l’intera umanità e speri solo che la minchia di giornata appena cominciata finisca il prima possibile, senza lasciare traccia alcuna.
Nei giorni garbatamente no le cose spiacevoli succedono in una scala proporzionale accettabile, mentre in quelli veramente no, se qualcosa di sgradevole può accadere accade senza dubbio, specialmente a te.

Ci sono giorni no, che definirli no è fargli una gentilezza. Che al loro confronto anche il ragionier Fantozzi preferirebbe vivere i suoi. Che ti si rompe la lavastovie la mattina che segue la cena dei dodici colleghi di tuo marito, compresa la segretaria alta un metro e settanta con taglia trentotto, e mentre lasci i panni da stendere dentro la lavatrice insieme con quelli impilati sulla sedia da stirare che tanto poi li stende e li stira la persona che ti aiuta a fare le pulizie, quella ti chiama dopo che sei uscita e ti dice che non viene che c' ha il raffreddore.  D'altronde si sà sono mali di stagione ad Agosto e con quaranta gradi all'ombra.

Che litighi con lui su tutto, sul latte dimenticato sopra al tavolo sul prosciutto che hai comparto da Nando anziché da Renato sull’educazione del piccolo di stampo anarchico (l’educazione non il pargolo!), sui massimi sistemi e sul buco dell’ozono. Che ricacci indietro le lacrime per non dargliela vinta, urlando che Nando possiede i salumi più buoni sulla faccia della terra anche quando sai perfettamente che fanno vomitare.
Ci sono giorni no che definirli no è proprio un eufemismo, sono proprio giorni di merda.

Allora pensi a tutte le cose per te rassicuranti, cercando di minimizzare i guai che come scarafaggi sbucano da ogni angolo della tua vita che al confronto con i problemi seri, le malattie, la fame nel mondo, il dolore, il tuo giramento di scatole è proprio niente; eppure non provi il sollievo desiderato, anzi, sei più angosciata di prima e vorresti solo spegnere il mondo per qualche ora.
Ma quello no, niente, va avanti come niente fosse, inesorabile come il tempo che passa, frenetico, veloce, troppo, decisamente troppo rispetto a tutti i cambiamenti della tua vita.

Le rughe ai lati della bocca sono più evidenti rispetto a ieri e le manigliette dell’amore poste ai lati dei tuoi fianchi potrebbero salvare aggrappandovicisi l’equipaggio del Titanic. Mannaggia a me e a tutti i negroni del passato. Poi ti rendi conto che il Titanic non è più solo, ora c’è anche la Concordia e ti si attanaglia lo stomaco.

Non vado tanto fiera dei miei mojito, delle sigarette fumate, del tempo speso in malo modo e di quello perso. Di far parte di un’umanità che se ne frega dei più deboli. Non vado fiera degli imbecilli che popolano il mio mondo del potere e di chi non sa gestirlo, come non vado fiera del fatto che non riuscirò a pulire questa terra per mio figlio, ma amo pensare che quando i tarli della mia mente avranno finito di fare il casino che fanno, forse la luciderò, almeno un po’.

Mentre mio figlio piange perché suo padre gli ha tolto il telecomando che vuole ingoiare ed io mi dispero insieme a lui, perché  l'afa mi opprime, perchè la stanchezza mi mette di cattivo umore, perché lui dice”m’avetescocciatovadoaviveresullamontagnaechis’avvicinaglisparoconloschioppo”, perché ho sempre pensato che fossero scemi quelli che si rivolgevano alla tata Lucia, quella più anziana delle tre Tate di Sky che dispensa consigli anche a chi non li vuole e mi ritrovo a invocarla in silenzio pensando che non ci sono ragioni per essere felice oggi dato che è una giornata no nera come l’inchiostro, mi fermo di botto.

Mio figlio mi guarda. Sfodera uno sguardo malandrino. Di quelli che ti trapassano, ti bucano lasciandoti nuda di ogni certezza. Di quelli infiniti dove perderti è pace, tra le ciglia lunghe che ha.
Uno di quegli sguardi buffi, lunghi e intelligenti che non hanno bisogno di spiegazioni. Hanno capito già. Quelli rivolti da sotto a sopra.

Con il naso in su, sbirciando il mondo dai suoi settantanove centimetri arriccia il naso a mo di maialino, alza le braccia verso me, apre la bocca perfetta ridendo con i sui suoi innumerevoli denti, urlando “calla-calla-calla” che Dio solo sa cosa voglia dire, e  io penso: Dio come sono felice.

18 commenti:

  1. Un post sulla malinconia e la gioia di vivere, sulle cose che vanno storte quando niente sembra andare al suo posto: davvero molto toccante. Cento abbracci per i cento motivi per cui essere infelici e un sorriso per il motivo che ti rende felice!

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  2. Grazie, sei sempre attenta e dolcemente vicina.

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  3. Ogni volta che ho una giornata no (di quelle vere) faccio "la lista delle cose belle": il primo posto in assuluto e con molti punti di distacco dal secondo va a mio figlio e poi continuo passando da familiari a mare, gelato, stelle e nutella. Finita la lista mi sento sempre meglio!! Un abbraccio forte forte...

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  4. Grazie, oggi avevo bisogno proprio di questo post, scritto come l'hai scritto tu e con il finale che risolleva le sorti del mondo!!!!

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  5. Raffaella, mi piace molto il tuo modo di scrivere, di affondare nei sentimenti, di illustrare ogni sfumatura dell'animo umano. Un abbraccio

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  6. Grazie Clara, mi piaci molto anche tu.

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  7. Non puoi farmi piangere in vacanza.... Non e' giusto!!!!! E comunque oggi e' venerdì 17 .....ma e' quasi finito!!! Dai Raffaella!!! Non mollare!!!!! Un abbraccio!!!

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  8. No, così, volevo solo dirti che l'origine di tutto sono le notti in bianco.
    Te lo dice una che non ha dormito (tra uno e l'altro) per 5 anni.
    Appena tuo figlio inizierà a farsi le notti filate, magicamente il tuo umore si risolleverà e ricomincerai a vedere tante sfumature di colori ormai dimenticati.
    Un abbraccio.
    Silvia

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  9. Mi trovo quì per caso....complimenti per il blog...
    Anche io sono mamma da un anno e anche i miei fanno lo sguardo a cerbiatto e arruffano il naso....

    baci

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  10. Cara Raffaella, anche a me capitano spesso questi giorni di sentimenti ambivalenti, in cui sembra che tutto complotti contro e non ce ne sarebbe nemmeno bisogno.
    Ma tu hai descritto tutto così bene, che non servono altre parole.

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  11. Ciao Raffaella, è stato bello trovare un tuo pensiero nel mio blog.. grazie! Deve essere stupendo superare i mille pensieri negativi che attanagliano le anime belle, aggrappandosi ad un sorriso ed un nasino arricciato! Molte delle paure, dei pensieri e delle difficoltà che hai descritto li condivido.. come la stanchezza e la malinconia.. sei brava nel descriverli e nel buttarli fuori, usando parole e frasi azzeccatissime! Ti abbraccio ed a presto CriCri

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  12. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  13. la perfezione della felicità..ho sentito tutto il tuo amore di mamma :)

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  14. Questo post avrei potuto scriverlo io, tranne che per la depressione post-partum, che non penso di avere. Il sonno invece, quello è veramente tanto e ti fa vedere tutto un po' più scuro! Coraggio, che prima o poi dormiranno anche i nostri :-)
    Un abbraccio!

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  15. Sono pensieri che conosco e che hai reso davvero vivi con le tue bellissime parole, ho nodi diversi ma che stanno venendo al pettine e come te cerco di trovare il sorriso giusto che dia un senso al tutto.

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  16. capitano giornate così e tu l'hai descritta proprio bene. per fortuna domani è sempre un altro giorno!
    (però buono il mojito!)

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  17. È vero, la mancanza di sonno complica terribilmente le cose. Non solo fa dimenticare le parole, perdere la concentrazione, abbassare la percezione del pericolo e ridurre i riflessi, ma ha incidenze profonde nell'umore.
    Detto ciò, i giorni no arrivano anche a tradimento, quando hai ottenuto quel che volevi e vorresti solo festeggiarlo. Sono bastardi, non sai come saltano fuori né come mandarli via. I giorni neri che dico io non sono solo la somma dei guai, ma il pensiero che non ci sia del bello, o del sensato. Poi passa, se dio vuole

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  18. M'è scesa la lacrimuccia ... come ti capisco ... i miei figli sono grandicelli, ma i problemi son gli stessi di tutte alla fine ...

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