Il mare che aspettavo profuma di emozioni.
La luce delle fate si specchia nel cuore
delle sirene e i cristalli che vedi sono i riccioli dei loro capelli. Dipende
se c’è il sole o se piove. Se c’è sole diventano boccoli luminosi, se piove, la
collera li trasforma in onde minacciose.
Ma oggi c’è il sole.
Il mare che aspettavo spruzza la gioia.
Quella che si prova guardandoti sulla sua riva.
Cammini incerto verso la spiaggia, lungo la
costa, lungo i pensieri.
Ci sei dentro quei pensieri, ogni minuto,
ogni istante, ogni passo con o senza di te, a te continuamente mi riporta.
Sempre e per sempre.
Ripercorrerei la stessa strada mille volte
se solo servisse, a piedi nudi o sugli spilli, saltellando se necessario, qualunque
cosa per raggiungerti di nuovo.
Il mare che aspettavo è avvolto da una strana
luce. E’ una luce diversa da quella che illuminava timidamente i giorni di
ieri. I giorni in cui l’assenza bruciava come fuoco uscito dalla bocca del
drago. L’ha attraversato la tua mamma quel drago, passandoci in mezzo, dentro il
bosco cadendo sui rovi. Fa niente. Ha raggiunto il mare.
Il mare che aspettavo ti ha nascosto. Eppure
eri lì, eri la mia conchiglia.
Vedo le storie che contengono le bottiglie
portate dal mare. Le storie dipinte sulle pareti di questo giorno speciale. Le
storie sopra di chi cerca ancora, le storie sotto di chi si è arresa, le storie
intorno di chi muore ogni giorno un po’e quelle che volano insieme ai gabbiani.
Ad uno in particolare dal manto bianco e dagli occhi vivaci che risponde allo
strano nome di Jonathan, Livingstone Jonathan.
Che fai, lo vedi anche tu?
E’ un gabbiano dalle piume candide Jonathan che
si esercita ad imparare a volare in modo perfetto. Si esercita tanto nel volo,
giorno dopo giorno, finché un giorno muore e va oltre, in un luogo dove può
volare più facilmente. Eppure, neanche lì è bravo come vorrebbe, nonostante
tutto il cielo percorso, ha fatto solo un pezzetto di cammino verso la
perfezione. Per anni rimane a volare e volare, ma il suo corpo gli è ancora d’intralcio
e non riesce a volare con la velocità del pensiero, a superare il “qui e ora”.
Ci riuscirà, in un modo o nell’altro,
cozzando contro le rocce così violentemente da rimanerne tramortito, ma
raggiungerà il suo pensiero.
Non sempre riuscirai a raggiungerli i pensieri
ma quelli che non riuscirai a sfiorare non avranno per questo motivo meno valore
di quelli toccati. Quello che resti a pensare diventerà comunque una parte di
te, diventerà te. Come un braccio, una gamba, un dito.
Perla della propria conchiglia.
E’ ora di andare adesso, di salutare questo mare tanto atteso, chiudere gli occhi e augurare buon viaggio a chi cerca ancora.
Grazie. Una naufraga.
RispondiEliminaOh che bellissimo dorato!!
RispondiEliminaGrazie per il tuo commento, faro' tesoro delle tue parole: eh si, mai smettere di comunicare, giorno dopo giorno...
Ilaria ((.)) (non e' una tetta, e' un abbraccio, anche se non so se si capisce...)
Grazie a voi. Se solo riuscissi a darvi anche un briciolo di speranza, un attimo di tregua e rafforzare il vostro sogno...
RispondiEliminagrazie per queste belle parole di speranza.
RispondiEliminatuo figlio è bellissimo!
Il tuo bambino è incantevole e le tue parole sono come musica, come il canto del mare!
RispondiEliminaCiao Raffaella, arrivo qui dal blog di Frida.
RispondiEliminaGrazie per questo post!Hai un bellissimo bimbo..spero di riuscire ad avere la tua stessa forza e tenacia. Un abbraccio
Raffaella che bel modo di augurarci buon viaggio. Così intenso e poetico, così pieno di speranza. E' tutto lì, in quel musetto, in quelle manine. Nel cerchio perfetto del vostro abbraccio.
RispondiEliminaGrazie di cuore Conchiglia con la Perla :)
Grazie a te Nina, per quello che fai per tutte. Ci sono per tutte, anche io.
EliminaVi abraccio
Splendida Perla e splendida famiglia :)
RispondiEliminaHai il dono di una poesia senza pari.
RispondiEliminaE voi mi rendete fiera di me.
EliminaRaffaella
Oh, beh. Credo che tu ed io abbiamo un po' di cose in comune. Di sicuro una grandissima botta di *ulo, un amore folle che fa scrivere parole altrimenti impossibili, speranza da distribuire a piene mani e lacrime calde che cadono senza preavviso. Tipo adesso, ecco.
RispondiEliminaTi ho detto che ti avrei contattato, lo faccio ora perché non ho resistito.
Sentiamoci ancora.
Certo con una dedica così anche i momenti difficili sembrano meno difficili...Grazie! (P.S. Il tuo pupo è un amore!)
RispondiEliminaPiano piano sono arrivata fino qui.... Il mio viaggio speciale continua....grazie.
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