Chissà perché prima di una partenza si sente
sempre quello strano sfarfallamento al centro dello stomaco, qualunque sia la
meta.
Chissà perché mi riduco a fare le valige
sempre all’ultimo momento.
Chissà perché ci si porta dietro sempre
troppo o troppo poco, quasi che il portare il numero giusto delle cose significhi
creare le condizioni per non tornare a casa propria.
Ficchiamo dentro la valigia i vestiti che
normalmente non portiamo, quelli che “li metto solo in vacanza”, quelli che pensavi
di aver buttato, quelli che hanno più bisogno di evasione di te tanto sono
malconci.
E che dire di quelli che li guardi e pensi: ”Ma davvero sono miei? Ma
dove pensavo di andare con questi?
In vacanza ovviamente”.
E’ come se partendo ci si sdoppiasse. Una parte
resta a casa, fa la vita di sempre ancorata alle sue radici, alle solite abitudini,
alla medesima routine, l’altra, quella vestita strana che tanto non la conosce
nessuno là dove va, salta, senza paracadute, senza alcuna certezza, va.
Mi piace questa cosa dell’andare ma mi
piace anche quella del ritornare con le foto dei posti che ho visto con il
cuore gonfio di altra vita e la conoscenza di un altro pezzettino di mondo
oltre il mio.
La verità è che sono contraddittoria a intermittenza. Amo viaggiare
ma non mi piace partire, mi annoia restare ma mi conforta ritornare.
E’
possibile che viaggiare infonda l’idea della possibilità di poter cambiare vita
di pensare che potresti sempre fare O ESSERE QUALCOSA O QUALCUNO ALTROVE, SE QUI
NON RIESCI.
Sarà per questo motivo che sento sempre le
farfalle nello stomaco prima di partire.
E per voi, cos'è viaggiare?
Buon viaggo! Secondo me partire ha senso solo per il piacere di ritornare, per riscoprire quanto può mancarci ciò che chiamiamo "casa" anche se a volte abbiamo la sensazione di voler mollare tutto. Divertiti!
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