C’è che nonostante il numero delle persone
che hanno visitato questo blog, non trovo neanche uno straccio di commento
lasciato ed è come se tu chiamassi degli amici al telefono e la segreteria
telefonica rispondesse al loro posto e una volta rientrati, non ti
richiamassero.
C’è che non ho messo i calzini e ho freddo
ai piedi, che bisogna accendere la luce elettrica nonostante sia fine Maggio,
che avrei voglia di qualcosa ma non so di che cosa.
Solo ieri me ne stavo spiaccicata come una
lucertola sotto uno dei pochi raggi di sole di questa stagione bislacca,
appollaiata, pensando che dovevo dimagrire almeno, e dico almeno, cinque chili
prima di potermi infilare qualcosa che somigli vagamente ad un costume, immaginando un futuro emozionante da
blogger e uno sfavillante da scrittrice, non necessariamente in quest’ordine.
Oggi i chili da perdere sono diventati cinque
dal lato desto e cinque da quello sinistro e considerando la mia attuale forma
fisica, forse risulterebbe più gradevole indossare un burqa al posto del bikini. Ce ne sono di bellissimi.
Relativamente al mio futuro da rinomata
blogger e scrittrice di successo, c’è che sono solo sogni.
C’è che se io avessi scoperto in rete il blog
di una tizia che raccontava il suo pezzo di strada lungo il cammino della
fecondazione assistita quando, viaggiavo verso Daniele, l’avrei cercata, le avrei
fatto mille domande, l’avrei assalita chiedendole:” siediti, raccontami, dimmi.
I sentimenti di cui parli sono gli stessi che provo io, dentro la tua storia c’è
anche la mia, diventa mia sorella per un po’, almeno fino a quando non uscirò
da questo incubo, con o senza il bambino che sogno.
Parlami di com’è diventare
mamma dopo i buchi sulla pancia, dopo l’acido folico, i rapporti mirati, il
sesso a fasce orarie. Dimmi dei pro e dei contro, degli insuccessi, della vita,
degli eventi, delle persone che ruotano intorno a questo percorso. Dammi un po’
di forza e spara due cazzate, così tanto per alleggerire il peso che porto.
Racconta del tuo viaggio, verso e dentro
la vita. Narrami il mestiere di una
cicogna tecnologica e quello di due aspiranti genitori. Parlami di fecondazione
medicalmente assistita, ma raccontamela con la leggerezza tipica dell’ironia che serve a
mandar giù diversi rospi (anche quelli che difficilmente si trasformeranno in azzurri principi) tra cui quello
dell’infertilità.
E’ così che la mia storia, la tua e quella di
ogni donna più vicina agli anta che agli enta, in viaggio verso il
proprio bambino o verso l’idea che ha della vita, con o senza di lui, diventa più sopportabile.
Lanciami dunque quest’ancora e parliamo. Almeno per
un po’”.
Io avrei fatto così. Ma c’è, evidentemente,
che io non sono gli altri.
Alcuni di noi hanno bisogno di lezioni di blog etiquette! I commenti sono ok? e ovviamente non ho un profilo.
RispondiElimina...non avevo!
RispondiEliminaC'è che quella persona é arrivata. Venerdì farà 32 anni e a breve inizierà il suo percorso di pma.
RispondiEliminaC'è anche da dire che questa persona oggi ha pianto fino allo sfinimento, che oramai gli occhi sono gonfi e stanchi.
Ma sono arrivata qui. E forse non è un caso.
E domani andrò a cercare il tuo libro è da stasera, finché non mi metterò in pari leggerò a ritroso tutto il blog. Da maggio 2012 ad oggi.
Nel frattempo ti ringrazio già. Perché il mio cuore, adesso, è già un po' più leggero.
Un abbraccio, Vale (Valentina)