martedì 29 maggio 2012

Una brutta storia


Brutta storia quella di Rignano.

Brutta come possono esserlo solo certe brutte storie. Da qualunque parti tu la giri, resta sempre brutta.

La storia comincia in una brutta estate di sei anni fa quando sotto al sole del 2006, in una scuola materna la “Olga Rovere”, in un paese poco distante dalla capitale, accade qualcosa di brutto: alcuni genitori si rivolgono ai carabinieri di Rignano Flaminio, per raccontare una brutta storia. I loro figli avrebbero subito abusi, dentro e fuori l'asilo. A quelle denunce ne seguiranno altre e poi altre ancora, tracciando la trama ambigua di una vicenda giudiziaria che ha travolto tutti come una valanga. Quando si parla di bimbi e di violenza su di loro nessuno resta indenne. Ieri la sentenza definitiva.  I cinque imputati sono stati assolti definitivamente.

Che quella gente sia innocente o colpevole non sta a me dirlo (anche se ho una personale idea a riguardo) né se si sia trattato di autosuggestione, psicosi collettiva o caccia alle streghe. Sta di fatto che, a delle persone (bambini e adulti) che vivono e lavorano in un posto (la scuola) sono successe delle cose che non dovevano succedere. Qualcosa in quel posto si è rotto frantumando in pezzettini la vita delle persone coinvolte e del posto stesso. Allora bisogna porsi delle domande, capire perché si è arrivati al punto di rottura. E per farlo bisogna usare rispetto e tenacia, sensibilità ed estrema cautela, perché è di bambini che stiamo parlando e di uno dei crimini più orrendi che si possa commettere nei loro confronti che solo a pronunciare il suo nome anche le labbra mi si serrano.

I bambini non si toccano e le scuole sono zone franche. Dio, come vorremmo che fosse così.

Odio l’incoerenza della vita, è fatta per prenderti per i  fondelli.

A volte vorremmo entrare dentro le cose, nei meccanismi e negli ingranaggi del susseguirsi degli eventi, srotolarli come un tappeto, metterci sopra carponi e pulire le macchie e le patacche della sporcizia di certe azioni, quelle che lasciano gli aloni, quelle che non vanno via neanche con la candeggina. Sono le macchie delle cose brutte. Alcune le vedi, altre sono così nascoste che puoi ricorrere solo al Luminol (se sei della Polizia Scientifica o del cast di C.S.I.) e una volta scovate, vorresti non doverle raccontare, dargli di gomito fino  a consumarle, sperando di cancellarle.

Nonostante lo smacchiatore e l’innocenza degli imputati, resta che gli assolti di Rignano non avranno più una vita socialmente accettabile, mentre il danno di un trauma subito, qualunque sia la sua entità ( il cielo voglia che sia lieve), accompagnerà quei bimbi per il resto della vita.

Questa è un brutta storia, di quelle che come la giri, la giri male, sia se la guardi con gli occhi degli imputati, sia che la guardi con quella dei genitori o peggio con lo sguardo infinito dei bambini. Resta brutta in ogni suo lato.

Le storie brutte le sentiamo ogni giorno, ce la raccontano in tutte le salse, condite di orridi dettagli e macabre chicche. Ci hanno fatto su pure la fortuna di certi tour operator, grazie al turismo dell’orrore. Siamo diventati impermeabili al male, così abituati alle colpe da dimenticarci le vittime. Poi arriva il giorno in cui visiti l’asilo nido dove dovrai mandare tuo figlio dopo l’estate, lo vedi varcare le porte di quella che dovrà diventare la sua seconda casa, fiducioso sulle sue acerbe gambette. Lo vedi girare nella stanza priva di pericoli, tra i cuscini che dovranno attutire le sue cadute, i giochi, i libri, le fiabe. Insieme, arriva anche la notizia che conclude una brutta storia e ti da coscienza di quello che è la vita a volte è. A quel punto la strage, la bomba, la morte e l’abuso, diventano cose importantissime su cui devi riflettere, che devi raccontare e capire.

Nel frattempo voglio che la bellezza dei ricordi infantili di mio figlio diventino per lui l’antidodo alle scoperte amare che farà e voglio che il suo cuore mantenga sempre una parte di magia, almeno fino a che non sarà così forte per reagire di fronte alle storie sbagliate.


1 commento:

  1. Gran brutta storia...lo dico con cognizione di causa, lo dico conoscendo alcuni dei genitori, lo dico avendo letto alcune delle perizie delle querele fatte da quelle famiglie! Per fortuna la sentenza di cui parli non é definitiva anche se così vorrebbero farla sembrare! Troppe le incongruenze ed i dettagli "cancellati" ma bisognerebbe non arrendersi ed a volte è davvero molto molto dura...e ci vorrebbero tante persone che restano unite a perseguire un obiettivo chiamato giustizia, ed anche qui non è semplice! Con La via dei Colori ho promesso che faró quanto possibile x far si che nessuna di queste storie venga insabbiata o corrosa o distorta...il nostro dolore deve essere uno sprone a far meglio e non può non deve restare inutile! L'ho promesso a mio figlio che non avrei mollato, gli ho promesso che se non sono rius ora a salvare la sua infanzia, avrei contribuito a fare del mio meglio affinché tutte "le maestre cattive" fossero messe in galera e tutti gli altri "bimbi che piangono" venissero portati in salvo...e te lo giuro...questa è una promessa che intendo mantenere! Un abbraccio e grazie x questo post!

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