Ho solo un figlio. E malgrado in
un piccolo, piccolissimo cassetto di un vecchio comò io abbia riposto, ma non
ancora buttato, il desiderio di un miracolo, con la probabilità prossima alla certezza, rimarrà figlio unico.
Se avessi due figli e se entrambi
desiderassero la realizzazione dello stesso sogno, ma solo uno di loro
riuscisse nel suo intento e l’altro fallisse, per pura casualità, mi chiedo
cosa potrei fare per gioire con uno e soffrire con l’altro.
La cosa migliore forse sarebbe
chiedere al cielo di attribuire a me le loro sofferenze e lasciare loro solo le
cose belle. Ma temo che questo avvenga solo nelle favole migliori. Quelle
vecchie, quelle con il lieto fine.
In
questi giorni strani di scirocco, come dice Clara, che porta promesse e notizie
nuove, amiche blogger stanno combattendo battaglie importanti. Qualcuna attende, qualcuna ha vinto, qualcuna ha perso. Perché
come dice Sfolli, come dico io e come io chiedo ad altri, per quanto la
scienza e la medicina abbiano statistiche e numeri riguardo, forma, dimensioni,
numeri di follicoli, tube, endometri e spermatozoi, la verità è che un solo
follicolo e un solo spermatozoo, darà vita a un solo ovetto ma nessuno, nessuno
a questo mondo, nonostante il grado di progresso della tecnica può raccontare
l’esito di questo viaggio assurdo, incredibile, doloroso e fantastico che è la
Pma.
Perché forse la natura è e resta un mistero,
malgrado i nostri infiniti, microscopici, umani, sforzi nel volerla a tutti i costi
afferrare. Capire. Comprendere.
E allora come farei con il figlio che ce l’ha fatta, stringo forte chi
il sogno lo ha realizzato, con il corpo rotto e il cuore gonfio. L’abbraccio
forte e piano, sento la felicità, condivido l’emozione. Vibro per la gioia.
Grido alla vita.
Ma mi arrabbio, anche. E urlo e sbraito. E lancio oggetti e grido. Lo
faccio al posto di chi non ce l’ha fatta, che molto dignitosamente e con sincera,
profonda empatia, gioisce con chi il viaggio lo ha concluso, invece.
Eppure, non conoscono invidia, loro. Le donne che quel treno lo hanno perso.
Colmano il vuoto e la mancanza, con la dolcezza, la nostalgia con il
sorriso.
Le loro mani intrecciano parole, creta, fili, nonostante le sconfitte,
i fallimenti e le macerie. Annusano venti.
Parlano con gli oggetti.
Hanno
strani capelli, case sparse, radici lontane. Hanno latitudini elastiche, orizzonti
grandi, piani infiniti.
E come farei con il figlio che non ce l’ha fatta, le stringo forte e
piano, sento l’amarezza, la nostalgia, condivido il vuoto.
Piccolo mio non
serve cacciare il dolore.
Bisogna aggrapparsi a questo dolore, infilarcisi dentro, attraversarlo tutto, viverlo, squarciarsi in due e poi, solo dopo, ricomporre i pezzi.
Te lo ricorderai sempre, questo dolore. Ne
sentirai l’eco, come lo scricchiolio delle foglie sotto i piedi. E ricorderai
con precisione l’odore, il sapore della saliva amara nella bocca che sa di
fiele e quella sensazione in bilico tra la speranza e la fine.
E ti appunterai
sulla giacca del cuore quella sensazione, come una spilla, come un cameo. Così
vicina al cuore da sentirne l’ago. Ricorderai per filo e per segno la nostalgia
e la dolcezza di quello che avrebbe potuto essere, fino a quando il silenzio
diventerà una nuova corazza e la spilla non pungerà più.
E quando non
pungerà più sarai più forte.
Il cielo di nuovo
infinito, il freddo meno freddo.
Avrai molto in
meno, ma qualcosa in più.
Perché le cose
belle accadono anche quando pensi che non succeda più. Perché cambiano più in
fretta di quello che pensi. Cambiano anche se tu non sei pronto a cambiare con
loro.
E ti ritrovi a gioire per una carezza inaspettata, ti ritrovi a guardare negli occhi un tizio in un tram, o a emozionarti per il volo di un uccello. Che a te gli uccelli non ti sono mai piaciuti.
E quel volo ti ricorda il salto nel vuoto che avresti voluto fare ma che ti è mancato il coraggio di fare.
E ti ritrovi a pensare che il vento che ti sposta i capelli ancora ti piace e racconti a quel vento che forse sei pronto a innamorarti di nuovo, senza difese.
Che forse ce l'ha fatta questa vita a rubarti l’anima.
Che forse è stata così brava da trovare l'unico varco ed è riuscita in qualche modo a entrarti di nuovo dentro.
Ha scavalcato le ferite, passato le delusioni ed è arrivata di nuovo a te.
Perché la vita quando arriva, arriva. Come il Natale. E ti stupisce, ti meraviglia, ti sovrasta.
E tu sei di nuovo
in ballo.
Senza più il
bisogno di capire, di comprendere. Semplicemente, sei.
Ti voglio bene. Tanto.
Mamma
Sono come te, con la speranza piccolissima che possa accadere un'altra volta anche se le statistiche sono contro di me. E intorno ho tante, troppe amiche alle prese con pma , cure o speranze. Capisco e ti ringrazio per questo post
RispondiElimina:-*
RispondiEliminaCome sempre perfetta, speciale e poetica.
"Hanno strani capelli, case sparse, radici lontane. Hanno latitudini elastiche, orizzonti grandi, piani infiniti."
RispondiEliminaGrazie Raffaella, sto piangendo mentre ti scrivo questo commento, perché beh... tu capisci, non c'è bisogno di aggiungere altro, amica mia. Un abbraccio a te e al tuo cucciolo
Che bel post. Come tutti gli altri, peraltro.
RispondiEliminaIo non ho esperienza di Pma ma sono io stessa "un miracolo", nata dopo una decina d'anni di tentativi. I miei erano infertili sine causa, e sono rimasta figlia unica (e anche piuttosto felice di ciò).
A te auguro il meglio, e che si avverino i tuoi desideri.
grazie
RispondiEliminale tue parole sono un balsamo per l'anima
Adelia
So che le persone belle come te, nella vita troveranno tutto quello che hanno sempre desiderato nei sogni!!!!
RispondiEliminaquando leggo le cose che scrivi, rischio di perdere i treni. perchè mi ci perdo dentro, come fosse una carezza o una ninna nanna. anche quando le parole raccontano il dolore.
RispondiEliminagrazie
Io...io vi voglio bene.
RispondiEliminaRaffaella... grazie.
RispondiEliminaio auguro a tutte voi di riuscire a coronare questo sogno/desiderio
RispondiEliminapiango
RispondiEliminagrazie per queste parole
per la vita che mi porto dentro generata così
per la difficoltà di queste giornate
e il peso delle parole, sempre troppe, sempre che odorano di giudizio da parte di altri che non conoscono.
Tu conosci.
Sai.
grazie infinite-
Riesci sempre ad incollarmi al video, ad emozionarmi, a farmi venire i brividi.
RispondiEliminaCiao, piacere di conoscerti.
RispondiEliminaAdesso ho capito come sei arrivata a me, tramite Sandra immagino...
E tu vorresti darti all'ippica guardando il mio blog e le mie creazioni semi infantili???
Sei molto in gamba invece da quanto ho letto, spero di rileggerti presto!
Ogni volta che sento parlare di PMA mi prende un senso di nausea!
RispondiEliminaCon me il tempo si è fermato per un periodo indefinito,per pori ripartire senza lasciarmi nulla, se non il ricordo del passato come se fosse toccato ad un'altra.
Ciao Raffaella,i tuoi post mi emozionano sempre,io forse non posso capire quello che provi ma ti sono vicina comunque,non ti arrendere a volte i sogni si realizzano,sei una persona speciale ,ciao a presto e grazie per essere passata da me.
RispondiEliminaehhh ma che bel post Raffaella!!!! La blog sfera è + ricca da quando ci sei tu eh.
RispondiEliminalove
non vorrei commentare x paura di sporcare le tue parole ma credo che un apprezzamento e la comprensione possano sempre far piacere. auguro anch'io a tutte di realizzare i propri sogni, i miracoli a volte si ripetono!
RispondiElimina...ho letto Raffella il post tutto di un fiato, con un brivido forte..tremando ..commossa. Lo dico che scrivi come un fiume sereno...
RispondiEliminaA volte non lascio commenti perchè sono veramente senza parole (e non mi capita spesso!)
RispondiEliminaMi incanto a leggere quello che scrivi....
Un bacio
Tesoro, non ho parole.... tu possiedi il meraviglioso dono di riuscire a descrivere le mie sensazioni, le mie emozioni. Sei una persona speciale :***
RispondiEliminaPS E' arrivata la stoffina!!! Domani posto sul blog :))) GRAZIE, amica mia
Grande emozione ...grazie
RispondiEliminaCarmen
Mi hai trasportata in alto con le tue parole, di gioia, di sofferenza, di speranza. Hai una grande forza interiore e in po' te la invidio
RispondiEliminaMeravigliose le tue parole e Meravigliosa tu!!! Spero di conoscerti presto :-)
RispondiEliminaMichela
Grazie a tutte voi. Di passare qui, di lasciarmi le vostre emozioni, di creare legami. Grazie.
RispondiEliminaHo scoperto il tuo blog grazie a Pitipum Pala.
RispondiEliminaIo sto avendo la fortuna di crescere in me due piccolini, ma ancora non mi rendo conto della fortuna sfacciata che ho avuto.
Guardo la bimba di una compagna di pma, che ha lottato 8lunghi anni,e ora stringe la sua gioia, ma piango per chi ancora vede nuovamente delle beta negative, e spero per chi cova un dono della scienza e dell'amore.
Non penso si potrà mai cancellare il dolore, l'angoscia, le ore dell'attesa nella speranza di vedere un numero diverso da zero. Sono certa continuerò a sentirmi alleata al fianco di chi ancora combatte con un sorriso, di chi trova lo stesso il tempo di preoccuparsi di come sto io.
Resto sempre incantata da ciò che scrivi e dal modo in cui lo scrivi. Regali emozioni, di tutti i tipi e di tutte le intensità. Dono prezioso, dono raro :-)
RispondiEliminaHai proprio ragione. Il dolore bisogna attraversarlo, tuffarcisi, abbracciarlo. Quante cose porta con sè...
RispondiEliminaPaola
Grazie per la nuove arrivate. Spero restiate da queste parti. Grazie a Marta, Michela, Oltreverso. Ma soprattutto, grazie, perchè, insieme, il brutto è meno brutto ed il bello più bello.
RispondiEliminaVi abbraccio.
Sono sempre più felice di leggerti. Questo post l'ho riletto più volte. Mi sono commossa. E ho riflettuto sul dono che ho avuto, su quell'amore piccolo che è cresciuto con il tempo. Grazie per le tue parole.
RispondiEliminaHo scoperto oggi solo questo post...e non posso non lasciare un commento. Perchè mi riguarda così da vicino e mi tocca dentro, nel profondo. Mi scuote e fa vibrare, perchè le tue parole sono le mie ( vabbè, magari!)... sono sicura che tu capisci. Anche io il mio desiderio l'ho infilato dentro qualcosa, forse mi piace pensare più ad una tasca, perchè effettivamente lo porto sempre con me. Vicino al cuore, ecco. Perchè nonostante io cerchi di non pensarci, di godermi appieno quello che ho ( che è tanto per una che viene da una diagnosi di tube chiuse) comunque mi incanto ogni volta che vedo una pancia, una carrozzina. Forse molto più adesso che 4 anni fa, prima della fivet. Forse perchè è stato mio figlio ad insegnarmi ad essere mamma, e io per questo lo ringrazierò sempre. Grazie Raffaella!
RispondiEliminaCiao Tristan, anch'io come te cullo un dolce sogno in fondo al cuore...mi sento anche un po' in colpa per chè dovrei essere già infinitamente appagata per questo miracolo, per questa gioia che ormai non speravo più di poter provare,ma il desiderio di un altro piccino, di un'altra pancia da accarezzare, un'altra emozione da vivere si fa spazio ogni giorno e, come ti capisco, vedere pancine e carrozzine fa sempre vibrare qualcosa che non ci abbandonerà mai. Perchè sentirsi mamma, dopo averlo desiderato con tutta te stessa e aver superato lacrime operazioni insuccessi e emozioni di cui solo chi vive il precorso che abbiamo fatto sa il significato, ti regala ogni giorno un raggio di sole...con affetto Sabrina
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