mercoledì 6 maggio 2015

I giovani "senza"


Ho partecipato, in veste di giudice, ad una competizione di laboratori di impresa, di comunicazione e di innovazione tecnologica, realizzati dagli studenti delle scuole superiori del territorio umbro e laziale che si sono sfidati per guadagnare l’accesso alla fase nazionale della competizione la Fiera locale dei Laboratori Students Lab, organizzata da una Associazione no profit - Students Lab, insieme con un partner tecnico IGS srl impresa sociale, con il patrocinio del Comune, con lo scopo di diffondere la cultura di impresa, promuovere le attività, i prodotti e i servizi realizzati dagli studenti delle scuole e delle università coinvolti. E, ho scoperto un mondo.

Il mondo di quella generazione più colpita dalla crisi, bistrattata dagli adulti, maltrattata dai politici che possiede, invece, un potenziale esplosivo. Abbiamo, infatti, premiato dei ragazzi con delle idee incredibili, capaci di funzionare davvero e di avere un futuro. Mi sono ritrovata a vedere in quei giovani volti, quello che forse, sarà, anche il volto di mio figlio. Volti umiliati dall’acne, corpi non proprio inodori, con tanta, tanta energia che cerca solo un canale in cui immettersi.

Riporto la lettera di una ragazza, pubblicata su DRepubblica, perché credo che questi ragazzi abbiano diritto al loro futuro. Molti della mia generazione, quel futuro lo hanno atteso, rincorso o solo sognato. Da madre, vorrei che qualcuno, un giorno, credesse, quanto me, a mio figlio.

Mi chiamo Marta, ho 19 anni e frequento l’ultimo anno di liceo classico. Sono figlia della crisi economica, della disoccupazione, dell’instabilità politica, della dipendenza da Internet. Faccio parte di quella generazione cresciuta a Pokemon, con le videocassette, con il Game boy, con le Big babol, con Messanger. Siamo la generazione dei “senza”: giovani senza ambizioni, senza futuro, senza lavoro. Dicono che siamo maleducati, pigri, viziati, privi di valori. Nel 2007 il ministro dell’economia Padoa-Schioppa definì i giovani “bamboccioni”, il viceministro al welfare Michel Martone chiamò “sfigati” gli studenti che si laureano fuori corso, la ministra Cancellieri se la prese con i giovani “mammoni” che vogliono “il posto fisso nella stessa città, vicino a mamma e papà”, quel posto fisso definito “un’illusione” dalla Fornero e una cosa “monotona” da Monti. Miei coetanei, diciamo a loro, tutti assieme: ce la possiamo fare, possiamo farvi cambiare idea!

Perché Alessandro Magno a 23 anni aveva conquistato metà del mondo allora conosciuto, Leopardi a 21 scrisse l’Infinito, Mozart a 13 suonava davanti a imperatori e Papi, Sergei Brin e Larry Page a 23 fondavano Google e aveva la stessa età Mark Zuckerberg quando annunciò il lancio su face book. Oltre a questi nomi ci sono anche Adriana ed Enrica, siciliane, 50 anni in due, che stanno sviluppando nanotecnologie per ricavare tessuti dalle bucce degli agrumi, Filippo e Marco, due giovanissimi che hanno messo in piedi delle librerie-baite nel parco nazionale della Val Grande, Raul, 20 anni napoletano, che ha creato insieme alla sorella una sturt-up per comparare i prezzi dei servizi di trasporto, e Monica, studentessa universitaria che ha fondato un’impresa per aiutare le famiglie che cercano baysitter.

Di ragazzi come questi ce ne sono tantissimi, e dovremo alzare la voce per dire che il futuro esiste perché esistiamo noi. Mario Calabresi scrive: “Chi predica l’entusiasmo viene guardato con sospetto perché rompe il fronte del malumore, ma rischia anche di dare coraggio, e questo è un rischio che vale la pena correre.”

 

 

5 commenti:

  1. Sono Marta, proprio la ragazza dell'articolo, vi ringrazio infinitamente per la condivisione.
    Un abbraccio,

    Marta

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    Risposte
    1. È un onore per me Marta, ospitati qui nel mio Blog. Ti faccio I miei migliori auguri, per tutto. Buona vita Marta, spacca il mondo.

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    2. È un onore per me Marta, ospitati qui nel mio Blog. Ti faccio I miei migliori auguri, per tutto. Buona vita Marta, spacca il mondo.

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  2. Sono Marta, proprio la ragazza dell'articolo, vi ringrazio infinitamente per la condivisione.
    Un abbraccio,

    Marta

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