lunedì 24 novembre 2014

L'elogio dell'imperfezione


Sarà che la faccenda di diventare madre me la sono sudata sul campo di battaglia senza onore al valore ma con un gran culo: quello di aver avuto Daniele. Sarà che ho troppo rispetto per le donne che, come me, sono state o sono in trincea, con il fango nelle scarpe e la cacca fino al collo.

Ma a me questa storia che va tanto per la maggiore della mamma imperfetta, del fatto che faccia figa essere imperfetta, della mamma multitasking che ce la fa, sempre, in bilico tra lavoro, figli, casa e forma, la rappresentazione dell’apologia del difetto a tutti i costi, mi ha proprio rotto le balle. Il web è popolato, tranne casi eccezionali che rappresentano la classe e mi riferisco a persone come la Tesio o la Boriosi o alla  Chiara vecchia maniera, da donne-mamme, in piena esaltazione delle mancanze, carenze, dei difetti delle madri di oggi.

Allora mi chiedo: perché ostinarsi tanto a elogiare la normalità?

Voglio dire: siamo tutte nella stessa barca. Lavoriamo, arranchiamo, con una scarpa e una ciabatta, si dice dalle mie parti, corriamo da un posto all’altro, svolgiamo ruoli e status diversi e spesso contemporaneamente. Abbiamo smesso di bere negroni, che vorremo continuare a bere, di tirar tardi la sera, guardiamo quasi tutte Jake il pirata al posto di quel gran figo di Matthew McConaughey in serie truci alla True detective (meravigliosa) e condividiamo il nostro stato per placare l’insicurezza e la paura di non essere madri buone per i nostri figli.

Ma quando questa insicurezza si trasforma in tendenza, quando dietro all’inadeguatezza genuina si celano strategie di marketing per il successo, beh allora, la cosa mi infastidisce e avvilisce al tempo stesso. Che il ruolo della madre sia cambiato è assodato. Un dato di fatto. Sicuro come Bruno Vespa a porta a porta. Indiscutibile, come le casette dei suoi plastici.

Non sono tanto sicura del concetto che l’imperfezione, invece, ci salverà.

Nel senso che, forse, dovremmo chiederlo ai nostri figli tra dieci o dodici anni. Quando in piena crisi adolescenziale sulla porta ci manderanno a cagare, accusandoci di averli messi al mondo in un posto in cui non gliene frega niente stare, rinfacciandoci di non essere state presenti come, invece, avrebbero voluto. Quando, magari, urlandoci contro ci diranno che, avrebbero preferito non fare questo o quel corso di nuoto, questo o quel corso di inglese, la capoeira al posto della sessione jazz, questo o quella vacanza negli States, meglio in Australia, come se la bontà di un corso/vacanza si basasse sulla sua distanza dal nostro paese. O quel viaggio che tanto piaceva a mamma è papà, perché rappresentava una buona esperienza per il futuro, piuttosto che (va tanto di moda dire piuttosto che…) una roba semplice semplice, possibilmente senza tablet, telefono e connessione. 

Ora, la domanda che ci accomuna tutte è sempre la stessa, come conciliare tutto senza rinunciare a sottrazioni pesanti. Come riuscire a organizzarsi e vivere e far vivere i nostri figli in maniera decente senza grossi danni. Ecco, molte mamme-donne blogger enfatizzano questa spasmodica ricerca dell’equilibrio sbilenco a tutti i costi. Mi sembra che la rete e anche la carta stampata, sia invasa da madri-donne super impegnate che inneggiano all’imperfezione pur di arrivare a tutto. Se ci si ride sopra, anche meglio. Il punto è che a tutto non si può arrivare, se non non si risponda al nome di Wonder, si hanno gambe kilometriche, tette sode e poteri come il teletrasporto e l’ubiquità. E quindi, se a tutto non si può arrivare, vorrei chiedere ai loro figli, tra circa vent’anni se, non fosse stato meglio avere una mamma che avesse fatto  meno cose, un tantino più perfette, se non fosse stato meglio averla avuta più presente, meno nevrotica, mentalmente più vicina.

Perché i figli non ti piovono dal cielo. Se così fosse, molte di noi starebbero lì a darsi gomitate sui denti. No, i figli, difficilmente ti capitano. E mi fanno un sacco ridere anche quelle tizie che, tipo a trent’anni, scrivono che gli è capitato un figlio in giovane età. No, ragazze. Trent’anni non sono una giovane età. Potrei sciorinarvi giù una roba sul declino dell’infertilità che ve la risparmio.

E no, non mi fanno ridere neanche le madri pessime, né i consigli per sopravvivere alle recite, ai compleanni, agli spannolinamenti, alle partite di calcio, a quelle di basket. Non mi interessa l’elogio dell’imperfezione. Lo trovo pure irritante.

Perché credo che un figlio valga la pena di provarci, almeno, a lucidare le scarpe della perfezione.

A un figlio gliela devi la perfezione, o quella che puoi, fosse anche una sufficienza strappata se non sei in grado di arrivare al dieci.  Ma se le potenzialità per arrivare alla lode le possiedi, e no, allora non sopporto quando si grida il diritto all’imperfezione starnazzando le inadeguatezze della maternità. E’ un po’ come approfittarsi del fatto che per un figlio una madre è comunque un essere speciale e questo la mettesse al riparo dal provare a raggiungere uno stato, peraltro irraggiungibile.

E certo che la perfezione non esiste. Ma quello stato di essere speciale che vede solo tuo figlio, te lo devi guadagnare. E ci devi lavorare su, giorno e notte, perché è un tuo preciso lavoro, un tuo preciso impegno, preso nel momento in cui hai deciso che tu, quel figlio lo volevi.
 E il meglio gli devi dare.
Fosse anche un quattro.

Vi lascio con il testo di una canzone che, trovo bellissimo. Credo che non sia stato neanche scritto per un figlio. Personalmente, non ho la ben che minima idea di cosa siano le correnti gravitazionali. Ma provare a superarle, senza sapere bene come, è quello che più si avvicina al mio concetto di amore imperfetto verso un figlio.


LA CURA
Testo di Franco Battiato e Manlio Sgalambro



Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce
per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato, chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
TI salverò da ogni malinconia,
perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te...
io sì, che avrò cura di te.





venerdì 21 novembre 2014

Quando il bimbo non arriva


Quando il bimbo non arriva, è difficile gestire la tristezza. La rabbia, la frustrazione, di solito, prendono il sopravvento sulla quotidianità. Tante volte ho parlato, anche qui, dello stress emotivo, del vuoto, del bisogno di comprendere, accettare, accettarsi e preparasi a un lungo cammino. Fatto di dossi, di buche, di salite e a volte, lente discese. Imparare a gestire la distanza che si crea dal proprio partner, la solitudine, le crepe inevitabili che si formano sui muri di pianto, di silenzio, di dolore, è difficile. Quel dolore che si ferma al centro dello sterno, come un’ernia iatale gigante che ostacola ogni flusso di gioia e arresta il respiro, è un nemico crudele

E’ difficile cercare con coraggio il proprio pezzo di gioia, bisogna sudare di brutto.

Alla faccia di chi pensa che la pma sia la panacea di tutti i mali. La pma è un salto nel vuoto senza reti di protezione e quando cadi, se cadi, ti fai davvero male. Ed anche quando la ferita si rimargina e non sanguina più, resta la cicatrice a ricordarti la tua battaglia sul campo.

Ma, fortunatamente, anche su campi minati, ricrescono i fiori. Ricordiamocelo.

Relazione Feconda, associazione senza scopo di lucro, offre, tramite counceling, a chi cerca un figlio, uno spazio di sostegno. Questa associazione organizza percorsi di coppia e per singoli che vivono il desiderio di un figlio e insieme l’alternarsi di speranza, delusione, attesa. Gli incontri, tramite l’auto sostegno insegnano a gestire le emozioni cercando di preservare la vita quotidiana e quella di coppia. Accettare di vivere meglio l’esperienza di un bimbo che non arrivare può davvero essere utile. Gli incontri prevedono una parte informativa e una discussione di gruppo agevolata da una councelor e da una mediatrice familiare, professionista esperta secondo la L.4/13 di infertilità e dinamiche di coppia.

 Parlare con un counselor esperto aiuta a superare la frustrazione, lo stress delle cure mediche, la difficoltà delle scelte. Aiuta ad ascoltarsi per capire cosa è meglio per sé e per la coppia in un momento di perdita. Ci si rasserena e ci si ricentra sulla propria vita, lo stress e l’ansia si riducono, il rapporto di coppia ne beneficia.

Durante i trattamenti di riproduzione assistita, poi, il counseling può essere di sostegno nell’affrontare il percorso più serenamente e con aspettative realistiche, nel gestire efficacemente le emozioni e i momenti faticosi, nel focalizzarsi sulle proprie risorse e su quelle di coppia; se il tentativo di fecondazione assistita non riesce, fornisce degli strumenti per superare la nuova delusione, decidere i passi successivi, capire quando dire ‘basta’, ricominciare da sé e dalla propria vita.

Presso il Centro Genera di Roma, il prossimo 3 dicembre inizierà, il prossimo ciclo di incontri.

Ve lo consiglio.


mercoledì 12 novembre 2014

La fase idilliaca con la dieta MinciDelice



Vi parlavo qui dei prodotti iperproteici della MinciDelice.

Oggi, voglio parlarvi della dieta, che mi piace un sacchissimo.

Il metodo è basato sul principio della dieta proteica (riduzione massima di glucidi per obbligare il corpo a bruciare il grasso immagazzinato e fornire l’energia necessaria, ovvero chetosi), e contemporaneamente, favorire, a ogni pasto, l’apporto di proteine indispensabili alla costituzione di muscoli, di tessuto e del buon funzionamento del sistema immunitario.
La
dieta MinciDélice si sviluppa in 3 fasi, la cui durata dipende dalla quantità di chili che si desidera perdere; si tratta in ogni caso di una dieta breve che si consiglia di seguire per un periodo minimo di 7 giorni - per una perdita fino a 3kg- di 14 giorni- per una perdita dai 3 ai 5Kg, fino a un massimo di 28 - per una perdita fin dai 5 ai 9 kg (personalmente già se ne perdessi 5 accenderei un cero a Sant’Antonio), e poi di distanziare di almeno 10 giorni, la ripetizione, per dar modo all’organismo di riprendersi.

La Fase 1, anche detta Intensiva, è quella destinata al dimagrimento, in cui il consumo di zuccheri e grassi è ridotto e l’alimentazione è rinforzata da un apporto di proteine. In questa fase sono previsti tre pasti preparati da mangiare durante la giornata. Es. Colazione: caffè/the+ preparato mincidelice; Pranzo: verdure+preparato mincidelice, Cena: carne o pesceo uova più verdure, più quantità limitata di formaggio light.
La Fase 2, di Transizione, permette l’adattamento a un’alimentazione regolare, per cui è diversificata progressivamente con l’introduzione di farinacei, passando dall’assunzione di tre pasti mincidelice a due.
La Fase 3 Stabilizzante prevede un’alimentazione equilibrata; le nuove abitudini alimentari permettono di far mantenere la nuova linea.

Durante ogni fase è previsto un “Menu Tipo” ed il vincolo di consumare solo alcuni tipi di prodotti preparati nei metodi di cottura più dietetici, ma tutto questo è spiegato nella guida che viene aggiunta ad ogni ordine sul sito http://www.mincidelice.it.
Questi preparati rappresentano dei veri e propri pasti, e possono essere dolci o salati, snack, barrette, mousse, omelette, zuppe, insomma, la qualunque. Ma la cosa incredibile è che sono, buonissimi. Tranne la zuppa alla zucca e castagne!  Ti dotano di uno shaker, tu decidi i tuoi tre pasti principali e aggiungendo acqua il gioco è fatto. Sono pratici, buoni, saziano ed io sono tanto, tanto contenta!

A differenza di altre diete iperproteiche basate sull’assunzione di proteine, i prodotti mincidelice hanno un rapporto qualità/prezzo davvero conveniente. Ci sono dei pacchetti di prova per 7 giorni, 14, o 28, o si possono acquistare sciolti. La spedizione è diretta e l’Azienda molto seria.

Relativamente ai prodotti, personalmente, non li ho provati tutti, ma devo dire che, quelli che ho provato, e ne ho provato diversi, sono molto buoni.

Di solito credo ai post ad alta intensità pubblicitaria solo se la fonte da cui leggo è seria, e comunque mai senza aver provato i prodotti.  Nel caso specifico, l’Azienda Mincidelice non mi ha chiesto nulla. Sono io che, per onestà intellettuale, trovandomi benissimo con questa dieta e volendo prolungare il trattamento, ho chiesto loro se potevo parlarne sul mio blog in cambio di una agevolazione in termini di prove di altri prodotti. E, loro, gentilmente sono stati più che collaborativi.

 Che ve devo di? Dieta iniziata mercoledì 5: oggi - 2,2.

Mincidelice te lovvo, un sacco.

 

 

lunedì 10 novembre 2014

A 40 anni saluta sempre come se fossi la regina Elisabetta: ovvero, a gomiti stretti


Ho una nuova fissazione. Il novello chiodo non ne sostituisce uno vecchio, ma si somma alle precedenti manie. Quindi, non è una buona cosa.

La fissazione consiste nelle: braccia molli.
 
 
 
 
 

Quella roba del tipo “ali a pipistrello” o becco di pellicano” insomma, quella roba che interessa molto le donne intorno ai 35-40-50-60. Non vado oltre i 60 perché, si presuppone che, se tu donna, a settanta anni non hai accettato che salutando con il braccio alzato, la tua pelle dondola, il problema non risiede nelle braccia, ma altrove.

La mia guerra al terrorismo flaccido è cominciata su più fronti.

Per ora si combatte su più livelli. Sostanzialmente esercizio fisico, dieta e creme, ma non escludo un passaggio verso l’artiglieria pesante in caso di avanzata nemica. Pare che le braccia a tendina siano conseguenza dell’invecchiamento dovuto agli squilibri ormonali, in particolare alla “ diminuzione degli ormoni anabolici, Dhea, Gh, testosterone, vitamina D3 (pro-ormone) e all’aumento di quelli catabolici, come il cortisolo. Per rilevare eventuali squilibri, si possono dosare i livelli tramite esami del sangue”. Laboratorio analisi, attendimi.

Gli sport più adatti contro il flaccidume?

Alternare attività aerobiche ad attività anaerobiche con pesi e quant’altro.
 
Gli esempi degli esercizi, delle serie e dei piegamenti da fare si trovano ovunque, da you tube, a internet, basta solo cliccare “braccia molli”.
Il problema è capire, semmai, dove diavolo andare a pescare la voglia per eseguirli.