martedì 24 novembre 2015

Ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere


Da bambina, a casa mia, era normale consuetudine fare il gioco del letto che vola.
Si saliva sul letto grande, quello dei genitori e mia madre, con me e mio fratello a lei avvinghiati, facendoci chiudere gli occhi, ci iniziava ad un fantastico viaggio fuori dalla finestra. Ne ho parlato nel mio primo libro, “Resta dove sei” e forse anche qui, in qualche post datato ma, avendo una certa, perdo colpi. Non vogliatemene.
Insomma, torno sull’argomento, perché, il viaggio ad occhi chiusi sul letto volante, mi ha insegnato a vedere oltre il visibile. Per farla breve, si apriva la finestra, ci si stringeva, tante volte fossimo caduti per le correnti d’aria fredda e ci si innalzava, su, su. Niente a che vedere con un viaggio in aereo, eh. Il viaggio sul letto volante era cosa assai diversa. Perché il nostro letto volante era più di un semplice mezzo di trasporto. Era dotato di personalità, di intelligenza e sentimenti propri.
Come il tappeto volante del film Disney Aladdin. Avete presente? Possedeva la strana intelligenza, che, unita a quella di mia madre, permetteva di vedere le meraviglie del mondo, immaginando paesaggi, persone, ambienti e storie. Storie sopra le nuvole, sotto. Storie gialle, rosse. Storie odorose. Forse da lì è nata la mia voglia di scrivere e raccontare, anche senza la penna in mano o la tastiera davanti. Così, i cieli del mondo e i paesaggi sotto, non hanno più avuto segreti per la mente di una bambina in cerca di ispirazione. Un letto coraggioso, il nostro, folle nel suo genio, caldo e soffice. Il tutto lo devo, però, a mia madre. Donna di stravagante inventiva che malgrado le sberle della vita, crede ancora che nei boschi abitino, folletti.
Grata di questa esperienza, ho provato a riproporre, con lo stesso entusiasmo, il medesimo gioco a mio figlio, il quale, candidamente, mi ha risposto, guardandomi come se fossi matta che, i letti non volano.
Quale parte della frase “dona a chi ami ali per volare,  radici per tornare e motivi per rimanere*”  devo approfondire?
*Dalai Lama
 

2 commenti:

  1. Nessuna delle tre , insime a molte opportunita' i bambini di oggi hanno perso e non per colpa loro e neanche dei loro genitori la dimensione del fantastico. Arthur C. Clarke sosteneva “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” e loro vivono nella dimensione della scienza mentre noi, siamo stati forse l'ultima generazione del magico e del fantastico. Chi non ha messo il piattino con latte e biscotti per la befana? E il dentino sotto il bicchiere per la fatina dei denti ? Vogliamo parlare dell'uomo nero che prendeva i bambini cattivi ? ( roba da tortura psicologica a Guantanamo e contemporaneamente da telefono azzurro che però non esisteva ). I ragazzi di oggi sanno già a pochi anni che i letti non volano punto......ma che peccato perdersi un giro nel letto volante.

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    1. A casa di mia mamma, mettiamo ancora un mandarino, un bicchiere di vino e degli spiccioli per la befana, insieme ad una lettera in rima posta sotto ad una orrenda palla di vetro con la neve che scende sopra la vecchina...patologica sindrome di peter pan. Inguaribili.

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