giovedì 19 novembre 2015

I giorni tristi


Adesso, vieni qui che, ti devo spiegare una cosa importante.

La ragione non sta mai da una sola parte.

Si sposta di continuo. Una volta è sopra, una volta è sotto, a volte a capo.

L’importante sarebbe che, una volta a capo, la gente sapesse davvero ricominciare un nuovo rigo.

Come quando tu cerchi una pagina bianca per iniziare un disegno, che se è sporca di un tratto nero, non va bene, la vuoi nuova e intonsa.

Intonsa? Che non è stata usata, non è stata tagliata, ma anche che non è mai stata letta. Insomma vuoi che sia pulita.

Di pulito, in questi giorni, non c’è niente.

Che giorni sono, questi?

Giorni tristi.

Come quando Tristezza prende il comando in Inside out?

Più o meno. Non proprio.

Hai presente quando tu giochi alla guerra con i super eroi?

Si.

Hai presente quando quelli buoni, combattono contro quelli cattivi?

Si.

Ecco, bravo. Hai presente Hulk?

Si.

Lui è verde, enorme, fortissimo e soprattutto quando è arrabbiato, spacca.

Quando spacca, succede che rompa le cose, le case, che schiacci qualcuno. Ma Hulk è anche Bruce, quello innamorato di Betty, lo scienziato.

Quello buono, insomma, che diventa cattivo, solo perché gli hanno iniettato i raggi gamma.

Ecco, insomma. Esistono alcune persone che nascono buone, ma che diventano cattive.

Perché gli hanno iniettato i raggi gamma?

In un certo senso. Gli hanno immesso tanta rabbia. Di quella che fa esplodere, di quella che fa rompere.

Ah, ho capito. Ma poi si pentono?

Non sempre. Non tutti.

Non mi interrompere. Fammi andare avanti che perdo il filo.

Altri nascono cattivi e basta e altri ancora, che sembrano buoni, per difendere le proprie posizioni, diventano cattivissimi e fanno del male.

Non ho capito.

Neanche io.

Ok. Riproviamo.

A te, piacciono tanto i dinosauri. Hai presente quando vivevano i dinosauri e non c’erano gli uomini?

Si.

Bene. Poi i dinosauri si sono estinti e sono venuti gli uomini. Siccome però, si sentivano soli, ognuno a vivere nella propria caverna, hanno deciso che era meglio vivere insieme. Per vivere insieme, però, si sono a accorti che dovevano rinunciare a qualcosa, a fronte di una vita bella insieme. Come quando partiamo per andare in vacanza. Non possiamo portare tutti i tuoi giochi, allora tu rinunci a qualcosa, come mamma e papà, per entrare tutti insieme nella casa al mare che ci accoglierà. Bene.

Posso avere un ovetto Kinder?

Non ora.

Insomma. Quando gli uomini decidono di vivere insieme formano una grande famiglia che, poi diventa una città, poi un paese, poi uno stato, poi più stati, fino a formare il mondo e devono avere delle regole da rispettare. Ti immagini se tutti volessero fare quello che gli pare o prendere le cose degli altri?

Ma non si fa!

No, non si dovrebbe.

Comunque. I giorni tristi sono quando le persone vogliono prendere le cose degli altri. E le prendono con la forza. Le prendono facendo male e spesso ci rimette chi non c’entra. Non solo quelle materiali, soprattutto quelle che non si toccano. Tipo la speranza, i sogni, la possibilità del cambiamento. A te non piace quando gli altri ti tolgono le cose con la forza? Ecco, neanche ai grandi. Hai presente quando a scuola ti arrabbi perché c’è quel bambino che è più grosso e fa il gradasso forte della sua statura?

Chi, Adam?

Si, Adam.

Beh, di Adam ne è pieno il mondo. Ci sono tanti tanti Adam, Pietro, Giovanni, Pincopallo  che, per tanti motivi, proveranno sempre con la forza, ad imporre le proprie ragioni.

E allora io gli do un pugno.

No. Tu gli dai un pugno solo per difenderti. Tu hai la testa e devi ragionare. Tu sei più il più forte perché hai una bella testa, con tanti ricci biondi e tanti pensieri. Usali. Sempre.

Anche quando avrai paura, anche quando gli altri tenteranno di farti un torto.

Dopo il pugno glielo posso dare?

6 commenti:

  1. A volte mi domando se non sia che dobbiamo spiegare ciò che è successo a noi, piuttosto che ai figli o ai nipoti.

    Se torno a quando ero bambino io, a Piazza Fontana, a Piazza della Loggia, ai morti sparati per strada, alle cariche della celere il sabato in centro, beh, il Male inspiegabile ce l'avevo fuori dall'uscio. Forse questo mi ha anestetizzato, forse per questo non mi riesce più di stupirmi che ci siano dei folli o persone così cattive che pensano di risolvere i problemi ammazzando innocenti.

    E' successo e succederà ancora. La mia generazione ha imparato a conviverci, forse però non è attrezzata per spiegarlo ai giovani, perché ancora non si è data una risposta convincente da allora

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    1. Sacrosanta verità. Non siamo in grado di spiegare quello che, anche noi fatichiamo a capire. E' una situazione complicatissima, dalle mille sfumature, con origini storiche complesse, annose, con troppi interessi. Quello che, però, temo, è che da ora in poi, sarà anche peggio e da madre, mi domando, quale sia il modo più giusto per insegnare a convivere con così tanta roba.

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    2. Un ricordo forte che ho è stato al tempo della bomba di Piazza della Loggia. Abitavo in provincia di Brescia ai tempi. Eravamo a scuola, 3a media, entrò la preside con una radio. Ci disse: "ragazzi, è successa una cosa grave nella nostra città. Una cosa che non so spiegarvi, non ho parole per raccontare. Ma siete grandi, oramai, e anche l'orrore lo dovete guardare in faccia. Smettete di fare lezione ed ascoltate le notizie"

      Dopo quarant'anni ho la certezza che quel giorno sono diventato adulto. Sono passato dalla beata innocenza alla consapevolezza che il male esiste, e che la preside di allora, senza saper trovar le parole, mi ha insegnato cos'è l'orrore.

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    3. Sono per la schiettezza e la sincerità. Edulcorare non sempre serve, ma forse, mediare e filtrare, sì. Tutto dipende, credo, dall'età in cui, in cui si accoglie l'orrore, dalla singola sensibilità, dalle diverse fragilità, insomma dalla capacità di reagire al brutto. Non sempre e soprattutto non tutti abbiamo gli stessi strumenti. Grazie per questa tua testimonianza.

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  2. Bellissimo dialogo su questi giorni tristi...

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  3. Non lo abbiamo capito neanche noi, appunto. E questo lo rende, secondo me, ancora più terribile, il fatto che sia così complesso e profondamente incomprensibile.

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