mercoledì 22 febbraio 2017

Bisognerebbe…quando la subordinata non necessita di congiuntivo


Bisognerebbe credere che una giornata storta è solo ripiegata verso terra per raccogliere una banconota da cinquecento euro perduta da uno sceicco qatariota che non ha urgenza che la si riporti indietro.
Che un piatto di pasta alla carbonara ha meno calorie di un grissino.

Che un cielo scuro è solo truccato di nero e che i carboidrati sono i veri amici del culo.
Bisognerebbe credere che quando si muore si diventa solo invisibili agli occhi, che il Piccolo Principe docet e che tutto il resto resta uguale; che nel matrimonio la pazienza conta come le risate, che dopo Nettuno c’è un pianeta popolato di esserini che si sbellicano dalle risate a vedere le nostre stupide acrobazie.

Bisognerebbe credere che la scienza è solo uno dei tanti approcci alla vita, che l’attesa fa bene al cuore, che i giramenti di palle contribuiscono all’incremento dell’attività fisica di tutto il pianeta, che la gravitazione non è l’unica forza davvero universale e che a tenerci incollati gli uni agli altri e con i piedi per terra ci sia anche altra roba, oltre al collante gravitazionale, chiamata, empatia.
Bisognerebbe credere che lasciare andare non è poi così terribile, che lasciare andare è come una marea, che poi se uno ti lascia per una più giovane e carina o per uno più giovane e carino puoi sempre pensare che sia la forza gravitazionale di cui sopra, sopravvalutata, la principale responsabile dell’andirivieni dell’acqua e degli ex.

Che il coraggio è una attitudine, che i figli sono il risultato di due aspiranti genitori in apprendistato professionalizzante, che sono la fonte di ispirazione d’amore perenne, una carezza di Dio.
Bisognerebbe credere che l’imperfezione è un vezzo, che la tristezza propone una sfida continua alla nostalgia, che entrambe perdono miseramente davanti alla tentazione di essere anche solo un poco felici.

Bisognerebbe credere che le maniglie dell’amore non siano sporgenze di adipe, ma pomi di cassetti che trasudano sogni. Qualcosa che somigli al tripudio di frutta alle feste di nozze, perché il tripudio di frutta, piuttosto ridicolo, erutta colori e speranze. Del tipo: se mi butto sulla frutta, spero di evitare il buffet della baldoria dei dolci.
Bisognerebbe imparare a dire realmente quello che si pensa, che i mandala da colorare sono una vera cagata, che le stanze di sale non fanno niente bene per la bronchite asmatica, che Melania Trump trova nel marito la giusta punizione per quel corpo da strafiga, che Selvaggia Lucarelli è acida come uno yogurt bianco senza zucchero, ma che mi piace un sacco quello che scrive, che i vini biologici fanno schifo e che la tendenza delle neo mamme all’uso incondizionato del metodo Montessori applicato a tutto è snervante.

Bisognerebbe imparare a dire e accettare i no, equilibrare i sì, ascoltare di più i silenzi, distribuire equi insulti secondo la regola del quando ci vuole, ci vuole.
Bisognerebbe invertire i ruoli del lavoro, sfruttare quello senile al posto di quello minorile almeno gli anziani davanti ai cantieri vedrebbero retribuito il loro passatempo e non servirebbe la videosorveglianza e i bambini potrebbero tornare ad essere pienamente tali, solo giocando.

Bisognerebbe credere che le maschere di carnevale sono una bruttissima prassi, che se sei la madre di una bambina e combatti per la parità dei sessi non puoi travestire tua figlia da Cenerentola, ma neanche da Anna di Frozen, perchè rischieresti di non riconoscerla e di portare a casa una altra bambina alla fine della festa essendo stata la centesima bambina con lo stesso costume alla stessa festa.
 Bisognerebbe credere che è giusto abolire le  chat dei genitori, che dovrebbe farlo lo stesso amministratore del gruppo  che le ha create e dovrebbe farlo alla prima stupidata sparata,  che è più giusto, in certi casi, usare la funzione broadcast di whatsapp. Si controlla meglio il diffondersi di cazzate come fossero epidemie. 
Bisognerebbe credere che dall’ozio non sempre si ricava il nulla, che la formica è molto più noiosa della ridente cicala e che non sempre una vita di sacrifici assicura una vecchiaia protetta, che forse… Lapo Elkann campa più del fratello John.

Bisognerebbe credere che l’irragionevole è bello, il possibile, possibile, il rumore, suono.

Bisognerebbe credere che ...una subordinata a volte ha bisogno più di un presente che di un congiuntivo, per respirare.

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