Bisognerebbe
credere che una giornata storta è solo ripiegata verso terra per raccogliere
una banconota da cinquecento euro perduta da uno sceicco qatariota che non ha urgenza
che la si riporti indietro.
Che
un piatto di pasta alla carbonara ha meno calorie di un grissino.
Che
un cielo scuro è solo truccato di nero e che i carboidrati sono i veri amici
del culo.
Bisognerebbe
credere che quando si muore si diventa solo invisibili agli occhi, che il
Piccolo Principe docet e che tutto il resto resta uguale; che nel matrimonio la
pazienza conta come le risate, che dopo Nettuno c’è un pianeta popolato di
esserini che si sbellicano dalle risate a vedere le nostre stupide acrobazie.
Bisognerebbe
credere che la scienza è solo uno dei tanti approcci alla vita, che l’attesa fa
bene al cuore, che i giramenti di palle contribuiscono all’incremento
dell’attività fisica di tutto il pianeta, che la gravitazione non è l’unica
forza davvero universale e che a tenerci incollati gli uni agli altri e con i piedi
per terra ci sia anche altra roba, oltre al collante gravitazionale, chiamata, empatia.
Bisognerebbe
credere che lasciare andare non è poi così terribile, che lasciare andare è
come una marea, che poi se uno ti lascia per una più giovane e carina o per uno
più giovane e carino puoi sempre pensare che sia la forza gravitazionale di cui
sopra, sopravvalutata, la principale responsabile dell’andirivieni dell’acqua e
degli ex.
Che
il coraggio è una attitudine, che i figli sono il risultato di due aspiranti genitori in apprendistato professionalizzante, che sono la fonte
di ispirazione d’amore perenne, una carezza di Dio.
Bisognerebbe credere che l’imperfezione è un vezzo,
che la tristezza propone una sfida continua alla nostalgia, che entrambe
perdono miseramente davanti alla tentazione di essere anche solo un poco
felici.
Bisognerebbe credere che le maniglie dell’amore non
siano sporgenze di adipe, ma pomi di cassetti che trasudano sogni. Qualcosa che
somigli al tripudio di frutta alle feste di nozze, perché il tripudio di
frutta, piuttosto ridicolo, erutta colori e speranze. Del tipo: se mi butto
sulla frutta, spero di evitare il buffet della baldoria dei dolci.
Bisognerebbe
imparare a dire realmente quello che si pensa, che i mandala da colorare sono
una vera cagata, che le stanze di sale non fanno niente bene per la bronchite
asmatica, che Melania Trump trova nel marito la giusta punizione per quel corpo
da strafiga, che Selvaggia Lucarelli è acida come uno yogurt bianco senza
zucchero, ma che mi piace un sacco quello che scrive, che i vini biologici
fanno schifo e che la tendenza delle neo mamme all’uso incondizionato del
metodo Montessori applicato a tutto è snervante.
Bisognerebbe
imparare a dire e accettare i no, equilibrare i sì, ascoltare di più i silenzi,
distribuire equi insulti secondo la regola del quando ci vuole, ci vuole.
Bisognerebbe
invertire i ruoli del lavoro, sfruttare quello senile al posto di quello
minorile almeno gli anziani davanti ai cantieri vedrebbero retribuito il loro passatempo
e non servirebbe la videosorveglianza e i bambini potrebbero tornare ad essere
pienamente tali, solo giocando.
Bisognerebbe
credere che le maschere di carnevale sono una bruttissima prassi, che se sei la
madre di una bambina e combatti per la parità dei sessi non puoi travestire tua
figlia da Cenerentola, ma neanche da Anna di Frozen, perchè rischieresti di non riconoscerla e di portare a casa una altra bambina alla fine della festa essendo stata la centesima bambina con lo stesso costume alla stessa festa.
Bisognerebbe credere che è giusto abolire le chat dei genitori, che dovrebbe farlo lo stesso amministratore del gruppo che le ha create e dovrebbe farlo alla prima stupidata sparata, che
è più giusto, in certi casi, usare la funzione broadcast di whatsapp. Si controlla meglio il diffondersi di cazzate come fossero epidemie.
Bisognerebbe
credere che dall’ozio non sempre si ricava il nulla, che la formica è molto più
noiosa della ridente cicala e che non sempre una vita di sacrifici assicura una
vecchiaia protetta, che forse… Lapo Elkann campa più del fratello John.
Bisognerebbe
credere che l’irragionevole è bello, il possibile, possibile, il rumore, suono.
Bisognerebbe credere che ...una subordinata a volte ha bisogno più di un presente che di un congiuntivo, per
respirare.
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