venerdì 3 maggio 2013

Chiedimi se sono felice


"Dimmi babbo che cos'è la felicità?

Figlio mio è un frutto che mangi solo in libertà.

Dimmi babbo dove sta questa libertà?

Sta di casa in un paese che si chiama verità.

Dimmi babbo alla mia età posso andarci anch'io?

Se ti porti la bontà per bagaglio, figlio mio.

 Dimmi babbo la bontà quanto peserà?

Pesa quanto il mondo ma, da' coraggio a chi ce l'ha.
 
Ma il coraggio a che servirà? Lo vedrai lungo il cammino verso la felicità"

Una cara persona, preoccupandosi per me, leggendo i miei ultimi post, mi ha chiesto se io fossi completamente felice.

Completamente felice.

Completamente felice è tanta, tanta roba.

Mi chiedo se sia possibile, essere felici completamente e allo stesso tempo tristi dentro, se io sia bipolare, o se c’è dell’altro oltre la mia folle tendenza a non riuscire mai a godere delle cose. Per la paura di perderle, per il timore di non meritarle, per la colpa di goderne a differenza di altri.

Nella mia testa gli opposti convivono, alimentandosi.

Nella mia testa il bianco non esiste senza il nero, il bello senza il brutto, la vita e la morte, la felicità e il dolore.

Nella mia testa la felicità è un’immagine. La pausa dagli affanni, zittire un cuore in tumulto e lasciare che sia.

Attimi, emozioni. La somma dei giorni belli.

Vederlo addormentato tra le mie braccia e pensare che la perfezione esista e insieme ricacciare indietro le lacrime che sgorgano da un viso bagnato dalla gioia, avendo il terrore che questo momento finisca.

Nella mia testa la felicità sono le parole, la loro danza, la poesia, il blu, il mare, la luce.

E forse Dio, che si trova là fuori, in qualche posto, infinitamente solo e non riesce a tornare indietro da se stesso. E insieme, avere paura di inaridirsi e non riuscire più a essere disposti a vederlo.

 E’ la capacità tipica dei bimbi di credere attraverso l’intuito, l’abilità di cogliere i messaggi del regno non umano e di sentire chi ci ha lasciato prima del tempo.

Rincorrere la percezione di un legame con il tutto.

La felicità si trova nella ripetizione di cose irripetibili e uniche, eppure così naturalmente banali come le emozioni, come le fragilità di fronte alla grandezza. E struggersi perché si è infinitamente piccoli.

E’ ridere, ridere per le cose irriverenti, per un campo di girasoli girati, davanti ad un bicchiere di sauvignon.

Sentire di appartenere a qualcuno, ma a nessun posto, guardare lo stesso cielo sapendo che le stelle che vediamo brillare altri neppure le vedono.

Perdere qualcosa di noi stessi per costruire qualcosa di noi, senza nostalgia e senza possesso e rassicurarsi vedendo che il meglio di quel noi, dorme perfetto sopra di me.

 Non so fare di meglio.

Sono felice a metà e non so il perché.

 

 

 



20 commenti:

  1. Essere felice a metà è già un grande, meritatissimo traguardo Raffaella. Hai paura di perdere quello che hai perché conosci il suo valore, perché non dai nulla per scontato, perché hai lottato per averlo. Non c'è nulla di meglio :)

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  2. In effetti completamente felice è proprio dura, e non dura mai a lungo.
    abbraccio XXL
    Sandra frollini

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  3. credo che il tuo essere felice a metà sia tanto, tantissimo.
    Bello che qualcuno ti abbia chiesto se sei felice, di solito tutti si limitano ad un meno impegnativo "come stai'" Deve essere una persona speciale.
    Se hai paura di perdere qualcosa e qualcuno significa che lo ami e in qualche modo è "tuo"...molto meglio avere paura che non sentire nulla per nessuno o non "avere" niente, non credi?
    E' sufficiente cambiare punto di vista, a volte, per sentirsi più felici, almeno un pezzettino più felici!

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  4. io credo che la felicità totale duri solo qualche istante... comunque essere felici a metà è già tanto! Un bacio

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  5. secondo me la felicità dura pochi momenti
    poi c'è la vita, con le sue gioie e i suoi dolori
    L'importante è cercare di viverla sempre al meglio

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  6. La felicità è qualcosa che non ho mai gestito bene, quasi la rifuggivo.
    Improvvisamente ho capito che ad essere felice non faccio del male a nessuno, non tolgo niente a nessuno, che posso esserlo per me stessa. Mi piace sentirmi libera di stare bene, indipendentemente da ciò che accade fuori, ho smesso di delegare ad altri\altro la mia serenità. Forse per molti è un concetto banale ma per me è rivoluzionario.
    Se tu riesci ad essere felice a metà, è già molto, quando sarai pronta allora l'altra metà ti seguirà ... sempre che sia quello che desideri. Semplicemente ora sono convinta che la felicità non sia un desiderio da tenere quasi nascosto per pudore, ma un diritto a cui tutti abbiamo diritto, senza sensi di colpa.
    La nostra cultura non tratta troppo bene la felicità, questo mi spiace.

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  7. sono banale perché dico sempre le stessa cose ma la maternità mi ha portato anche questa strana ambivalenza, o bipolarismo. Prima ci pensavo meno.

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  8. "La felicità si trova nella ripetizione di cose irripetibili e uniche, eppure così naturalmente banali come le emozioni, come le fragilità di fronte alla grandezza. "

    ma, forse, la chiave non sta nel accettare che ogni cosa può essere solo grazie al suo contrario? Il bianco è bianco proprio perchè esiste il nero.

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  9. Io lo sono moltissimo, in certi periodi, senza un vero perché, in certi altri mi sento scontenta e malinconica senza un vero perché. È la vita, credo.

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  10. Non ho nulla da aggiungere, solo un grazie!

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  11. E' la paura che lui non sia, la costante paura di non meritarlo. La pma è anche questo.
    Laura

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  12. In onore di Catalano, meglio essere felici a metà che infelici del tutto, raffaella.. :)

    Secondo me sei felice, ma aspiri sempre a qualcosa di meglio. E questa è una gran cosa, secondo me. L'importante è non disconoscere quella felicità

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  13. Io non credo che l'uomo possa essere completamente felice anche se poi magari lo pensa anche. Inconsciamente o no, c'è sempre qualcosa che ti manca. Sembra che tu abbia tutto ed effettivamente può anche essere così ma quel qualcosa che non conosciamo, che non riusciamo a decifrare è sempre lì in agguato. Ho smesso di pensarci riconducendo la felicità ad attimi di vita da cogliere. Un abbraccio

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  14. Cara Raffaella,
    La felicità è tanta roba, hai ragione tu.
    Non è misurabile, è fuggevole, c'è, ma è velata di ombre.
    La felicità a metà, così come la descrivi tu, è già molto.
    A volte, sono completamente felice, anche quando soffro, perché la sofferenza non mi sembra inutile.
    A volte non mi manca nulla, ma non ci riesco.
    Ti stringo forte, tu sai.

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  15. La felicità sono piccoli momenti che bisogna saper cogliere e aggrapparcisi forte perchè presto volano via.

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  16. penso che nessuno di noi possa definirsi sempre e completamente felice. Io ho dei momenti di serenità... sì, tendenzialmente sono serena ma non penso che mi descriverei mai come completamente felice. Forse non so nemmeno cosa vuol dire ^^

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  17. come ti capisco. delle volte, la paura di perdere la felicità inquina la felicità stessa. almeno, a me capita così.
    restare concentrati sul qui e ora, e conservare la bellezza del momento è roba da supereroi, mi sa. ma la pratica può aiutare.
    ti abbraccio

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  18. Ho imparato che l'equilibrio è dato dall' oscillazione fra i due poli, è movimento. Ho capito che si può essere felici e tristi insieme. Ho compreso che la felicità nn è l'assenza di preoccupazioni o problemi, ma la capacità di entrare e uscire dal loro territorio, la capacità di alternare. Mi ci sono voluti anni e dolori e rinascite, lutti e perdite, mi è stata d'aiuto la mia terapeuta. Ora da questo mare mi lascio cullare e seguo i flussi, le onde, le maree, cercando di accogliere quel che viene e di accettarmi come sono: con la mia irrequietezza, con le mie inquietudini. Questo è il mio modo di essere felice, attimo per attimo.

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  19. mi sento talmente tanto nel limbo che hai descritto che vorrei proporti un brindisi virtuale:
    sauvignon,girasoli e magari un pò di fiducia!
    chissà se posso contribuire a farti sorridere, con un piccolo,piccolissimo omaggio:
    http://www.dispariepari.it/your-blog-is-greatun-anno-dopo-2parte/
    Cin!!

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