mercoledì 11 febbraio 2015

Da grande


Amo i parrucchieri come si può provare affetto per una vecchia zia, cicciona, che ti strapizzica le guance lasciandoti il segno, mentre l’odore stantio di naftalina si mischia a quello di rosa selvatica quando ti bacia, ma ti regala soldi per il tuo compleanno e per ogni festa santificata e tu non puoi non volerle bene senza sentirti in colpa. Il parrucchiere, proprio come la vecchia zia, mi annoia a morte. Le mani che mi invadono la testa mi infastidiscono come un ospite sgradito, mi urta la perdita di tempo impiegata per migliorare il mio aspetto e mi indispettisce il mio aspetto che, ha bisogno che qualcuno lo migliori.

Il mio parrucchiere si chiama Gianluca, ed è una persona adorabile: lo amerei oltre misura se facesse, che so, il giardiniere.

E’ stato grande, quindi, il mio stupore quando, mio figlio, forbici in mano, mi ha annunciato che da grande, farà Gianluca della città.

lunedì 9 febbraio 2015

Il naso all'insù


Il suo naso all’insù mi ricorda la scala per arrivare alla luna. La sequenza di una linea curva che porta al sogno. Come se dall’altezza del suo naso, accessibile a pochi, si potesse godere di una vista, diversa. Più ampia, intrisa di cose belle, fradicia d’amore. E mi diverte passarci sopra il dito e poi tuffarlo fiducioso ad angelo. Con le braccia aperte ad accogliere.
Il suo profilo, è una delle cose migliori che ho fatto.

mercoledì 4 febbraio 2015

Mille gocce di pioggia


Oggi piove. Piove che Dio la manda.
La mia amica sta partendo. Raggiunge la sorella dall’altra parte del mondo. Loro sono le mie cugine, le mie sorelle. Riflettevo sul fatto che le mie amiche sono andate tutte via, fuori. Qualcuna pure fuori di testa.
Oggi piove. Piove fortissimo e pare che l’acqua, fredda, umida, voglia portarsi via tutto. E’ la giornata giusta per essere tristi, è la giornata adatta per struggersi di ricordi, per liquefarsi insieme a quei quattro decenni passati insieme, insieme alle cose che ti legano senza bisogno di parole “perché in quel momento si era insieme e nulla, lo può cancellare”neanche l’acqua. Il groppo alla gola mi cammina sulla trachea, su e giù, su e giù, avanti e indietro a solcare anche lo sterno.
Oggi piove. Piove fortissimo.
Mio figlio ha voluto indossare delle galosce orribili. Azzurre. Con la scritta della polizia e i lampeggianti gialli e blu sul davanti. Sono proprio brutte. Se ci penso, però, mi sembra che piova meno e che il sole faccia capolino anche dai piedi.

lunedì 2 febbraio 2015

Ti sposerò perchè...


 

Mio figlio mi vuole sposare.

Io, vigliacca, non gli ho mica detto che sono già sposata con suo padre.

A dire il vero ho farfugliato qualcosa sulla superiorità e la profondità del rapporto madre-figlio rispetto alle mediocrità delle relazioni d’amore che, per quanto grandi, restano pur sempre soggette al cambiamento. Ma non ho negato. Anzi.

Lo so, sto fornendo buoni spunti alla mia futura nuora per odiarmi, materiale di studio per analisti specializzati in complessi di Edipo, sto compromettendo un sano distacco e una salutare separazione. Lo so, lo so.

Ma, a me, nessuno mi ha mai voluto sposare con tanta forza, vigore, slancio e amore incondizionato, come il mio piccolo principe.

La nuora se ne farà una ragione e non sarò né la prima né l’ultima suocera odiata e gli analisti di qualcosa dovranno pur mangiare. Sul distacco, conosco gente il cui affrancamento dalla madre ha prodotto più danni della grandine.

Ho il cuore gonfio e tronfio di tanto sentimento. Incredibile quanto ce ne possa stare in un metro di bambino. Inammissibile quanto poco buon senso sia presente nella madre del metro del bambino. Ma in fondo, le cose dei bambini non si misurano in metri ma in voli.

 

venerdì 16 gennaio 2015

Senza rumore


Roberto Saviano, invita le due ragazze liberate, a sottrarsi al veleno di quella parte dell’Italia velenosa, odiosa,caratterizzata da grande senso di colpa e priva di coraggio che cerca di mitigare la propria mediocrità latrando contro chiunque agisca e che considera Greta e Vanessa due sprovvedute.
Allora, torno alle parole della Lucarelli “Si può vivere civilmente tra le reciproche ipocrisie, nei compromessi con se stessi, con la propria pavidità. Non siamo tutti eroi. Non siamo tutti persone libere, ed è libertà anche guardare gli eroi dalla finestra e scegliere e rassegnarsi alla propria vita o abbracciare un pensiero più sfumato, più moderato, più seduto. Forse no, non possiamo essere tutti Charlie, ma possiamo essere tutti con Charlie. E piangere se l’eroe che non siamo noi, cade in piedi”.
Posto che, non siamo tutti Vanessa e Greta, ma siamo tutti con la loro liberazione, il problema è capire, in questa brutta faccenda chi siano davvero gli eroi, avendo ben in mente, però che, i venti milioni (questa sembrerebbe la cifra) spesi per il loro riscatto andranno, dritti, dritti ad aumentare il fondo da utilizzare per il prossimo attentato nel quale, la morte produrrà altra morte, l’odio fomenterà altra rabbia, in un gioco al massacro, dove non ci sarà spazio per il torto o la ragione, ma solo quello per seppellire i morti perdenti. E sì, probabilmente la maggior parte delle persone resta a casa propria e decide di guardare gli eroi dalla finestra. Abbraccia una vita grama, rassegnata, un lavoro mediocre, forse pavido. O forse, la mediocrità, sta proprio a monte, all’origine delle scelte fatte. C’è chi, per esempio, decide di non lasciare i propri vecchi, di non affidarli ad altre persone per andare a vivere una vita avventurosa; figli che da anni convivono con le malattie vigliacche dei propri genitori e fanno dell’Alzheimer o della demenza che, ha poco di senile e molto di infantile, un nemico quotidiano. Alcuni pavidi genitori, invece, sono destinati a pulire i culi dei propri figli oltre l’età accettabile perché, una Sla  magari o qualche altra malattia degenerativa non gli permette di vivere dignitosamente, e uno stato, che si proclama laico, di morire decentemente. Non siamo tutti, eroi. No. Non abbiamo tutti la stessa forza, la stessa audacia, lo stesso coraggio. Non abbiamo tutti lo stesso spessore. Mi chiedo però, se l’ardire e la temerarietà, non siano, in alcuni casi, il riflesso di debolezze irrisolte. Si parte spesso, per fuggire, per sottrarsi a battaglie più misere, per una morte o una eco monumentale, rispetto una vita dozzinale.

La vita umana non ha prezzo, questo è in dubbio e sono felice del ritorno di queste due ragazze che,eternamente, non saranno mai più le stesse. Ma l’eroismo ha tante forme, mille facce, e non vale meno il valore di chi la propria croce la porta addosso senza rumore.

 

martedì 13 gennaio 2015

Non siamo tutti eroi


Da Selvaggia Lucarelli:
“Si può vivere civilmente tra le reciproche ipocrisie, nei compromessi con se stessi, con la propria pavidità. Non siamo tutti eroi. Non siamo tutti persone libere, ed è libertà anche guardare gli eroi dalla finestra e scegliere e rassegnarsi alla propria vita o abbracciare un pensiero più sfumato, più moderato, più seduto. Forse no, non possiamo essere tutti Charlie, ma possiamo essere tutti con Charlie. E piangere se l’eroe che non siamo noi, cade in piedi”.
 
Ecco, se solo riuscissimo, all’occorrenza, a metterci e toglierci di dosso questa idea, come un maglione caldo, alcuni concetti, dall’eterologa, all’eutanasia, con tutto quello che sta nel mezzo, fino a quei paletti mentali che ci ostiniamo a non spostare, alcune distanze sembrerebbero minori, alcune perdite meno dolorose, alcune persone, semplicemente libere.

 

lunedì 12 gennaio 2015

Ridere


Gli ho gridato contro per via di un pigiama che non voleva mettere. Gli ho gridato contro la stanchezza di un giorno, le ore increspate sopra una tavola da stiro, la paura strozzata di giorni in cui l’umanità ha inghiottito il buio. Gli ho strillato contro l’incertezza del mondo in cui l’ho messo, la rabbia e il terrore, il senso di perdita che fa vacillare. Gli ho strillato contro invece di abbracciarlo e ridere del suo culetto all’aria.

Perdonami. Perdona le imperfezioni che mi fanno più piccola di te.

Domani, rideremo. Te lo prometto.