sabato 15 settembre 2012

Di fette biscottate e logica matematica




Un post dall’apparente leggerezza letto nel blog di un ingegnere che vede il mondo a testa in giù, http://il-mondo-a-testa-in-giu.blogspot.it/ e possiede a mio avviso, la capacità di progettare insieme all’abilità del sentire, lo stupore del viaggiatore e quell’approccio scientifico-tecnologico alle cose di chi naviga con un animo che cerca oltre, mi ha scatenato una serie di considerazioni che mi accompagnano da giorni. Il post, intitolato "Fette biscottate"http://il-mondo-a-testa-in-giu.blogspot.it/2012/07/fette-biscottate.html traccia una sottile linea di demarcazione tra due categorie di persone: quelle che sbragano le confezioni alimentari e quelle che con cura e doviziosa perizia, seguono attentamente le istruzioni per l’apertura e la chiusura dei pacchetti/scatole/sacchetti contenenti alimenti.
La divisione va interpretata in termini di approcci alla vita più che in termini assoluti e diverte perchè provocatoria e interpretativa del cogliere alcune delle infinite sfumature del genere umano.
La sottoscritta appartiene alla prima categoria. 

Sbraga le confezioni, schiaccia il dentifricio in mezzo al tubetto, non ordina maglie e camice per colore, piuttosto le ripone alla rinfusa e spesso perde calzini che Dio solo sa dove vadano a finire e mente spudoratamente sulla propria colpevolezza, incolpando delle cose perdute o rotte la signora che l’aiuta nelle pulizie o il figlio di pochi mesi, quand’anche il cane.
Inutile dire che il più delle volte è scoperta da marito ossessivo che impila i coltelli nel portaposate tutti rivolti dal verso opposto alla lama e tacciata di omertà che manco la sacra corona unita.
Lo riconosco, vivere con me a volte è difficile. 
Ma anche vivere con uno che usa la livella per appendere i quadri non è uno scherzo.
In caso di visite improvvise o cene inaspettate, sono di quelle che ficca strati di cose che poi dimentica in posti celati alla vista degli ospiti, per poi ritrovarle dopo mesi se non anni, quando ormai hanno perso la loro funzione primaria.
Appartenendo a questa categoria sento di doverla difendere. Cioè, in realtà non è che sento di dover difendere l’universo mondo delle persone distratte o fuori di testa tout court, ma solo alcuni elementi di questo insieme.
Non è che uno possa star lì a far battaglie per combattere ogni causa persa, ma sentendomi chiamata in causa, devo proprio dir la mia.
Orbene, chiariamo: io non ho niente contro le confezioni dei generi alimentari e rispetto infinitamente il tempo impiegato da chi le ha progettate, essendo anche un filino invidiosa perché mi è totalmente estranea la qualsiasi capacità logica, matematica o razionale che rende materia un’idea.
E qui mi spiego.
Chi riesce in quest’attività a mio avviso è potenzialmente pericoloso.
E’ gente strana chi ha sempre una spiegazione scientifica per tutto, assai rischioso viverci insieme.
Tutto ha un senso per loro, tutto torna, tutto è quantificabile e misurabile in termini di soluzione ai problemi. Gli uomini e le donne con intelligenza di tipo logica matematica mi spaventano come gli scarafaggi nella doccia. Affrontano problemi di ogni natura con la disinvoltura di Naomi Campbell in passerella, anche inerpicata su un tacco quattordici e un occhio bendato e hanno una capacità di analisi che Sigmund Freud a confronto arrossirebbe.
Ma, soprattutto, ragionano correttamente. Che orrore.
Mica vorrete farmi credere che i conti tornano sempre, se ben fatti?
Mica penserete che la capacità delle vostre menti di risolvere qualunque problema, applicando le regole della logica, porti al progresso scientifico e tecnologico dell’umanità?
Pericolosi e presuntuosi, per giunta.
Io arrotondo sempre per difetto o per eccesso e due più due il più delle volte mi da tre e mezzo. Ricordo che una volta, essendo stata rimandata in matematica e in fisica - che te lo dico a fa - diversi amici provarono a spiegarmi che il valore del rapporto tra la circonferenza e il diametro di un cerchio, meglio conosciuto come Pi gerco, fosse costantemente uguale a tre virgola quattordici. Ricordo che detti fondo a tutta la mia creatività, fallendo miseramente, per argomentare un valore diverso secondo i miei calcoli, invertendo le leggi costanti della fisica.
E più loro si agitavano, più io mi annoiavo, più loro spiegavano razionalmente, meno io ero interessata all’argomento e quel cerchio prendeva forme diverse davanti ai miei occhi, diventando luna, palla, tutto tranne quello che doveva essere.
Ma torniamo al tema.
Lo sbrago non è sintomo di negligenza. Piuttosto, un gesto privo di logica. Il gesto opposto alla sensatezza. Chi sbraga lo fa perché gli viene, proprio naturale essere illogico, assurdo e irragionevole. Capiterà che potrà parlare con le fette biscottate, chiedendogli scusa per la violenza perpetrata e di strappare le confezioni con i denti al posto di usare delle forbici sentendosi il primo anello della catena evolutiva, ma alla volta successiva compirà lo stesso gesto per distrazione per comleto disinteresse nei confronti dell’atto in se o perché ha piedi e testa tra le nuvole e non ha tempo di cercare quelle dannate forbici. Chi sbraga spesso compie più cose insieme, e soprattutto ne pensa altre mille. Sento di dire a mia dicolpa che, di solito, mentre combatto con le fette biscottate, spesso lo faccio con una mano, mentre l’altra è impegnata in altre dodici attività, compresa quella di ripulire le briciole cadute.
Mentre i logici programmano, gli sbragatori inventano, dove i primi controllano, i secondi affannano, quando i logici analizzano le inferenze tra gli eventi, gli altri osservano e sviscerano cosa muove i cuori.
E ci puoi far bene poco, sai?
Per quanto uno sbragatore riprometta agli altri e a se stesso che farà attenzione, difficilmente gli riuscirà.
Non siamo cattivi, è che ci disegnano così.
Riporto tipica discussione tra sbragatore e logico:
“Raffaella?- l’estensione del proprio nome promette nuvole all’orizzonte – Guarda come hai aperto il pacco degli spaghetti! Ma ti pare possibile?”
“Quale pacco? Io sono a dieta manco li langio, gli spaghetti. Sarà stata Giannetta – nome di fantasia per la colf- “.
“ E certo perché adesso Giannetta mentre fa le pulizie a casa nostra, si spara pure un piatto di pasta. Ma che stupdaggini dici?”
“Beh, è possibile, il movimento fa venire fame!”
" Certo, come no. E che scusa hai per il pacco delle fette biscotatte tutto rotto? Sei riuscita a sbriciolarle tutte ste' fette biscottate"
" Non è vero. Ci sono stata attenta. Le mettono dentro così, è una guerra tra  grandi produttori. Gentilini vs Buitoni"
" Fammi andare via che è meglio".
Detto tra noi, se qualcuno si è dato la briga di inventare quelle mollette chiudi sacchetti alimentari è perché al mondo ci sono più sbragatori che logici, sempre troppo pochi, secondo me.
Non me ne vogliano gli altri.

12 commenti:

  1. ma sono io!!!!!!
    io sbrago confezioni, sventro pacchetti, accatasto, spingo, imbosco, perdo, mischio, incasino, perdo, ritrovo quando non mi serve più!
    e sai cosa? mio marito è pure peggio di me :o)
    un abbraccio arruffato

    Adelia

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  2. Non sono una sbragatrice ma nemmeno una precisetti. Anche io apro un po' a cavolo ma spremo il tubetto dal fondo (senza schiacciarlo pero' eh). My invece e' uno sbragatore, e si', a volte ce ne vuole a sopportare le sue creativita'. Perche' e' chiaro che sia cosi'. Ma questo post e' davvero divertente, e mi fa pensare a quanto equilibrio c'e' nelle relazioni che va oltre il ti amero' per tutta la vita (nonostante tu pieghi i tuoi pantaloni nell'armadio anziche' appenderli alla stampella). Ma la descrizione di tuo marito mi ha fatto venire in mente quell'uomo inquietante che era marito di Julia Roberts in A letto col nemico, con i suoi asciugamani sempre allineati :DDD

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  3. Em... io non sono una sbragatrice, mi piace l'ordine nel cibo. Ma non vale per gli armadi o per la mia borsa che "mangia" gli oggetti. In generale amo usare le cose nel modo più razionale e sono così anche sul lavoro (mi chiamano l'ingegnere pur non essendolo) ... ok, soffro di una moderata mania del controllo ma non sono cattiva!
    Un mio collega (detto 'serial killer') da 10 anni fa tutti i giorni le stesse cose, nello stesso modo e alla stessa ora ... ho tanta pena per sua moglie!!

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  4. :D hai colto perfettamente quello che volevo dire in quel post. Ma quello che mi interessava era proprio il diverso approccio che si può avere davanti alle cose. In effetti, lo sbrago può anche essere, a volte, un'espressione di un pensiero laterale, di quel guizzo di genialità che ti fa capovolgere le cose. Sbrago è Alessandro Magno che scioglie il nodo di Gordio con un colpo di spada, sbrago è Colombo che fa stare in piedi l'uovo acciaccandone il guscio.

    A me però non interessava sottolineare l'efficacia di un approccio nei confronti dell'altro (che bisogno c'è? son ingegnere... ;) ) ma sorridere osservando la ricchezza e la varietà degli approcci che le persone hanno nei confronti anche dei problemi più insignificanti della vita. E io stesso, che apro diligentemente la confezione, in realtà spesso vorrei sbragarla, forse più per noia o voluttà che per metodo. E in questa diatriba fra l'ingegnere ed il pianista che c'è in me, mi fa ridere di gusto (ma mi passa quando l'intaglio nel sacchetto della polvere del detersivo della lavastoviglie non consente di travasare il contenuto senza spargerne in giro un po'... che l'ingegnere abbia la meglio? :D )

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  5. Ahahah, come avevo apprezzato a suo tempo il post dell'ing. anche il tuo mi ha fatto ridere di gusto...
    Lucy citava A letto con il nemico, ci avete fatto caso che è uno dei tag di tanti miei post? Il marito di Julia Roberts era un dilettante, io arrivo a livelli che voi umani non potete immaginare.
    Per fortuna applico le mie teorie a me stesssa (ed anche al povero PdC, anche se la sua cameretta sembra The Day After) e lascio che ciascuno viva a modo suo.
    E' che l'ordine mi rasserena e faccio di tutto per mantenerlo. Una cartaccia buttata li e non nell'immondizia mi impedisce di godere appieno del divano e devo alzarmi a gettarla, poi sto meglio.
    Però, come dice Lucy e come racconti tu, nella vita di coppia bisogna trovare l'equilibrio e quindi che il disordine sia con voi!

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  6. Io sono piuttosto ordinata "fuori" (ahem, mi guardo intorno e in salotto sono sparsi ovunque giocattoli purulleschi, ma a quello mi sono rassegnata) per equilibrare il caos nella mia testa. E anche quello creato dal MioAmore.

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  7. Io sono invece troppo ordinata e troppo caotica..ma da poco da quando è nata piccola..sono una via di mezzo si direbbe ..i biscotti li apro piano però:-) li esco fuori dal pacchetto alcune e poi lo ripongo in ordine.. credi sia fobia:-))buona giornata Raffaella.

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  8. Ah, inutile dire che casa mia è il casino più totale, vero? :)

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  9. Eheh! Io sono abbastanza sbragatrice, anche se tendo a mantenere il caos più o meno gestibile. I (troppo) precisetti mi danno anche un po' sui nervi. Non so se riuscirei a vivere con un uomo che ordina le camicie per sfumature di colore, per dire. E ne ho conosciuti. Però mi ritengo anche una persona abbastanza logica e razionale. Sono un caso umano? :D

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  10. Io sono ordinatissima e precisissima in alcune cose, soprattutto nel lavoro e nello studio. Correggo gli SMS con la stessa cura di un romanzo, certe volte e non sopporto gli errori grammaticali in Tv o in una conversazione. Su altre cose però amo il caos, anche perché è fonte di creatività, secondo me. Se per esempio vedessi la mia camera in questo momento supporresti lo scoppio di una bomba, però se sistemo troppo non riesco più a creare. Si sa, gli artisti sono un po' folli. In casa invece credono tutti che sia solo una scusa per non riordinare la scrivania... facciamo 50 e 50?

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    1. Nel mio commento precedente c'è una virgola al posto sbagliato, ve ne siete accorti? Ecco, io sì... tanto per dare un'idea!
      Comunque io amo letteratura e matematica nello stesso modo e riesco a parlare di pi greco con la stessa creatività che userei per creare un racconto. Insomma, sono un caso che andrebbe studiato!

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  11. e per gli sbragatori hip hip... hurrà!

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