Isabel
Allende diceva che la scrittura è esercizio di nostalgia.
Si
scrive per rivivere il senso delle cose accadute, perché si ha un buon orecchio
per le storie altrui, perché si è talmente incasinati dentro che, solo
scrivendo, si riesce a mettere ordine ai pensieri, alle emozioni, ficcandoli
dentro romanzi o racconti.
E’
così che, quello che scriviamo, ci contiene. Anche quando non parliamo
direttamente di noi stessi e raccontiamo cose accadute agli altri. Sono le
storie a sceglierci; scelgono una persona che può riportarle e si regalano,
sperando di essere impresse nella memoria di chi legge. O più semplicemente di
chi scrive.
Tutto
questo ha del nostalgico.
Si
scrive perché si ha il rimpianto di una cosa persa. Una persona, un sentimento,
un amore. Qualcosa che, comunque non torna.
Rossella
Boriosi che, potrei amare follemente se fossi un uomo perché racchiude le
qualità di una donna, insieme alle doti migliori di un uomo (è bella, ironica,
profonda, sa sentire, sa pensare, sa scrivere ed è brava, intelligentemente
brava) descrive così bene il sentimento http://trefigli.style.it/2014/02/28/quello-che-mi-manca/
che provo che, se non fosse una giornalista, potrei pensare che avrebbe potuto benissimo
essere il mio analista.
Ho
fatto leggere l’articolo a mio marito, il quale mi ha detto che eravamo due
pazze.
Deduco
quindi che, solo chi è veramente un po’ folle, riesce a sentire, descrivere e
soffrire per un sentimento come quello raccontato.
Ho
fin da ora, una nostalgia incredibile per l’infanzia di mio figlio.
Per
tutte le prime volte che abbiamo avuto.
Per
quell’attesa, per il cuore gonfio di sorpresa, incanto, gratitudine. Per la sua
infanzia e la sua soltanto. Che neanche una seconda gravidanza potrebbe darmi.
Perché
con Daniele sono nata anche io.
Perché
il suo concepimento, il suo primo sguardo, il suo primo pianto, le sue mani, il
suo odore, il nostro crescere insieme, lui con il mio sentimento di maternità
finalmente espresso, è qualcosa che poteva essere solo scritto.
Il
senso di meraviglia assoluta è un attimo che dura nostalgicamente per sempre.
Sarà
per questo che mi viene spesso da piangere.
Che bella che sei tu! Fai piangere anche me!! Però devo anche ammettere che non é poi una cosa improbabile. Sono una corda di violino dotata di lacrime...
RispondiEliminache non riesce più a scrivere. Forse non la sopporto più quella nostalgia.. una volta, tanto tempo fa riuscivo a scrivere cose carine, fresche, leggere e persino simpatiche. Non so dove sono finita ma vorrei ritornare.
un abbraccio grande Raffaella
Cara Squa sono periodi che si passano. A volte si è leggeri, altre no. Son la persona meno indicata, come vedi, per dar consigli. Ma almeno posso dire che non sei la sola.
EliminaTi abbraccio pure io.
RispondiEliminaPer un periodo è successo anche a me, poi mi è passata, o forse l'ho accettato, non lo so.
Il "mai più" lo vivo sempre malissimo.
Ed io abbraccio voi sperando che la lacrima facile passi.
RispondiEliminaPost bellissimo, pparole che sento profondamente anche mie! La mia bimba ha tre anni e tutti i momenti che passo con lei hanno dentro già un pizzico di questa malinconia...futura.
RispondiEliminaTi capisco
Bacioni
Ps. Ma il tuo bimbo quanto ha, ho capito male o l'età piu o meno è quella della mia?
Avrà tre anni il prossimo mese...
Eliminacome ti capisco....io sono sempre stata nostalgica. sarà per questo che conservo del mio passato lettere, bigliettini foto, ecc. Michy cresce, fra una settimana siamo a quattro candeline e mi rendo sempre più conto che quei "nostri momenti" non torneranno più. Allora cerco di imprimerli bene nel cuore, e soprattutto voglio godermi al massimi i pochi anni che mi rimangono di me e lui, perché ogni giorno che passa lui appartiene sempre di più al mondo e sempre di meno a me. ed è giustissimo così, anzi sono io a spingerlo verso gli altri, ad insegnargli il grande senso di libertà che mi contraddistingue. Continuo a stupirmi ogni giorno nel vederlo così felice del tempo passato con me e delle cose che facciamo insieme. Non credo comunque che ci sia niente di più bello, difficile, emozionante, del poter crescere un figlio e poi lasciarlo volare più in alto possibile.
RispondiEliminaFai tanti auguri al piccolo uomo. Hai detto una frase bellissima" Appartiene al mondo e non a me". Dovrò imparare a far mie queste parole.
EliminaGrazie
Come sempre sai dare voce ai sentimenti di una mamma come me...guardo il mio cucciolo di tre anni e mezzo e penso a quanto corre questo tempo, a quanto mi mancheranno queste sue manine e questa sua infinita sorpresa e gioia per ogni più piccola cosa...e la mia lacrima con il cuore che si stringe la può comprendere solo una mamma come te...grazie...Sabrina
RispondiEliminaGrazie a te Sabrina. Si fa male ma allo stesso tempo si sa che non si può far altro che aiutarli a crescere.
EliminaCredo di capire il sentimento che descrivi ma non lo provo, non ho alcuna nostalgia del passato con mio figlio e non vorrei riviverlo.
RispondiEliminaQuesto talvolta mi dispiace, sento che mi sono persa il gusto della scoperta, che ci sono stati più "problemi da riolvere" che "emozioni da vivere". Poi però ci guardo adesso e so che questo è l'inizio del nostro buon tempo insieme, quello che vivo al 100% e che forse mi mancherà. Ma sono così curiosa di conoscere l'adulto fantastico che sarà il mio bambino di oggi (cuore di mamma stramba :)!) che davvero non vedo l'ora.
Lo capisco Marzia, lo capisco benissimo. Avete avuto bisogno di tempo, rodaggio, prima di trovare il buon tempo insieme. Come una macchina diesel...ci mette un po' a partire, ma quando va, va come un treno!
EliminaMi mancheranno sempre i bambini che ho avuto dentro di me solo per poco ... sempre sempre sempre.
RispondiEliminaNonostante tutti mi dicano "sii felice di ciò che hai" e, credetemi, lo sono davvero!
Laura
Laura
Grazie Laura. Posso solo immaginare la mancanza di cui parli. I bimbi non nati che saranno sempre parte di te. Credo che tu sia una bella persona.
EliminaRaffaella
Grazie a te Raffaella, di cuore.
EliminaMi piacerebbe conoscerti d persona un giorno, forse ... chissà ...
Un abbraccio.
Laura
Meraviglia di questo post. Arrivo sempre tardi io...
RispondiEliminaI portoghesi ce l'hanno la parola giusta: Saudade, che è nostalgia ma anche anelito all'infinito. In fondo loro che stavano lì dove la terra finiva e iniziava il mare (e per lungo tempo si è creduto fosse davvero così) se ne intendevano di persone che non tornavano e abissi che risuonano.
E' il movimento del desiderio che ci muove, se fossimo completi staremmo fermi. Se tutto quello che abbiamo non ci scivolasse tra le dita non ci accorgeremmo neanche di averlo avuto. Sai che proprio in questo istante sono in pausa da un post ispirato a queste parole con cui la mia bimba di 6 anni mi ha illuminata ieri: "Io so che i morti sono in un posto dove sono felici della vita che hanno avuto. Per essere morto devi aver vissuto, no mamma?"
Qualche lacrima ci può stare ogni tanto, ma che sia di gioia!
Grazie di questo bel post.