martedì 12 febbraio 2013

Di diritti e di altre utopie


I commenti di ieri l’altro all’articolo pubblicato da Elisabetta Ambrosi sul fattoquotidiano.it sono stati davvero tanti; colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente l’autrice poiché ho trovato il pezzo che ha scritto bellissimo.

Alcuni dei commenti erano centrati, altri equilibrati, alcuni astiosi; sentenze sputate con la veemenza di chi ha troppi sassi dentro scarpe strette poco inclini al viaggio, fosse anche il semplice passo verso l’altro.

Tuttavia, sono molto contenta che si parli di temi importanti come la difficoltà a procreare, la procreazione medicalmente assistita, di diritti, in un paese dove il problema non è più individuale ma sociale. Trasversale, colpisce coppie di sesso, religione e professioni differenti. Bipartisan, come testimonia l’interesse che gli hanno riservato due periodici con opposti orientamenti politici:



Un paese dove l’età biologica non coincide più con quella sociale e dove uno Stato che dovrebbe essere laico agisce, il più delle volte, tenendo in conto più le indicazioni delle alte gerarchie ecclesiastiche che non i diritti e le necessità dei cittadini.

Ben venga il dibattito, allora, quello tra pari però. Il confronto civile e arguto, argomentato con sapienza e moderato dalla civiltà. Quello che non conosce colpi bassi e insulti. Una dialettica intellettualmente onesta anche tra chi si trova su posizioni diverse.

Ma una cosa ci tengo a dire, in particolare a chi si è accanito con molto ardore e talvolta anche poca conoscenza della materia, contro il diritto di scelta e di vita: qui sono in discussione i diritti di ognuno di noi, il diritto alla propria salute, quello di veder realizzate le proprie aspettative, ovviamente col limite imposto dal non ledere i diritti degli altri.

Tutto questo ciarlare toglie qualcosa ad ognuno di noi, perché un paese con meno diritti, significa meno diritti per tutti, compreso quello di esprimere la propria opinione seppure senza cognizione di causa.

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”

                                                                          Bertold Brecht

20 commenti:

  1. L'altro giorno ho letto l'articolo, i commenti no, mi infastidisce la superficialità di certe risposte. Per capire bisogna vivere e se non vivi almeno non giudicare...ecco!

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    1. Ascoltare si,. giudicare mai. Ma a quanto vedo non sempre è possibile.

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  2. Alla fine anch'io mi sono astenuta, perchè so fin troppo bene dove si vada a parare. Soprattutto c'è chi commenta da anonimo e va talmente fiero delle proprie opinioni da non firmarle neppure, patetico.
    Insomma ho preferito evitare di farmi del male vedendo ancora una volta lo stato pietoso in cui versa il nostro bel paese di fronte ai diritti di tutti. Un bacio XXL
    Sandra frollini

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  3. il problema è che in questo paese siamo ancora troppo abituati a pensare esclusivamente al nostro piccolo orticello e a non guardare quello che c'è negli orti degli altri. Se non si supera questo e ci si mette in testa di cominciare a guardare oltre, credo che continueremo a vivere in un paese dove i diritti sono sempre di pochi. Il problema è che è davvero dura cambiare la testa e il modo di pensare degli italiani e spesso per molti non rimare che la scelta di andarsene.

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    1. Hai colto una grande verità. Ferisce pensare, specialmente per una con difficoltà a procreare, che la madre degli stolti invece, sia sempre in stato interessante.

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    2. Nel 2004 avevo 30 anni e ancora non pensavo ad un figlio ed ero certa che sarei diventata madre, eppure, votai CONTRo la L.40. Moltissime persone invece se ne fregarono e preferirono andarsene al mare! ORA molte di queste persone si rodono il fegato perchè hanno scoperto di essere infertili.
      Molte mie (ex) amiche, quando ho esposto loro il mio problema d'infertilità se ne sono altamente fregate, si sono messe su un piedistallo, pronte a giudicarmi, a sommergermi di inutili pietismi, con frasi "d'effetto" e poi, quando hanno trovato difficoltà a concepire il 2° figlio, mi hanno ricontattato, tentando di sfruttare le mie conoscenze in materia, scambiandomi per un consultorio! Ecco da chi siamo circondati, ecco chi si permette di giudicare e di commentare. Nulla di più vero: la madre degli stolti è sempre incinta!
      PS Anch'io ho preferito non rispondere a certi commenti che mi hanno fatto venire l'orticaria e l'acidità di stomaco.

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  4. bellissima la citazione di Brecht, uno degli scrittori di teatro che amo di più;-)

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    1. Sentirti vicina anche nelle cose che condividiamo è una grande ricchezza. Grazie

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  5. Sai che sono stanca?
    Sono stanca di quelli che “tanto a me non serve” quindi non mi interessa battermi per i diritti
    Sono stanca di quelli che “io sono contro” perché la mia personalissima morale dice che..
    Sono stanca di quelli che “sono a favore” perché ne hanno bisogno, se no rientrerebbero comodamente in una delle precedenti categorie.

    E questo vale per tutto, non solo per i grandi temi come la PMA, il matrimonio gay, ecc ecc..
    Esempio cretino: io non ho mai messo una minigonna o una scollatura perché mi vergogno, ma il giorno in cui volessero togliermi il diritto di farlo uscirei nuda a battermi perché non avvenga.
    Se ci fosse un po’ più di senso civico, se si comprendesse che un diritto è meglio averlo che non averlo, che lasciare liberi gli altri di godere dei propri diritti non ci toglie nulla ma può solo arricchirci.. allora si, sentirei che le mie battaglie non sono state contro i mulini a vento.

    (intanto.. l’UE ha respinto il ricorso dell’Italia a difesa della l. 40, che dovrà essere adeguata alla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo come già previsto dalla sentenza del 28 agosto. Le tecniche di fecondazione assistita devono essere accessibili anche alle coppie fertili portatrici di patologie trasmissibili ai figli)

    “« Fama di loro il mondo esser non lassa;
    misericordia e giustizia li sdegna:
    non ragioniam di lor, ma guarda e passa. »”

    fece dire Dante al buon Virgilio, nel Terzo Canto dell’Inferno della Divina Commedia, nel girone degli ignavi…

    Andiamo avanti!

    Adelia

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  6. Lo so Adelia, lo so. Ma persone come te mi fanno credere che il mondo sia un bel posto dove stare. Giusto,equo, solidale. Cerco di farmi le spalle ancora più larghe per buttare dietro le cose brutte. Voglio credere che le tue battaglie non siano vane, che le mie abbiano un senso.
    Avrei fatto un post sul ricorso che citi, mi hai preceduto. Qualcosa si muove.
    Andiamo avanti, sempre.

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    1. fallo, il post ( io ho solo "buttato lì" la notizia, alla facciaccia loro! )
      baci
      Adelia

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  7. Bellissima la frase di Bertold Brecht.

    Complimenti ancora una volta per tutto, Raffaella. E se ogni tanto incappi in qualche commento acido non rimanerci troppo male, in tal caso meglio dar retta al buon Dante: "Non ti curar di loro, ma guarda e passa".

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  8. I diritti non sono sindacabili. E avere a disposizione tutte le possibilità della medicina moderna per avere un figlio è un diritto, nella misura in cui non si leda un diritto altrui.

    E' su questo punto che è partito il dibattito. Considerare gli ovuli fecondati dei portatori di diritto, e quindi tutelarli come dei nati. Curiosamente più tutelati dei feti, se proprio vogliamo mettere i puntini sulle i (ma mica troppo, perché l'idea di base era quella di rivedere in seguito la legge sull'aborto).

    E' un diritto. Punto. E sarò sempre con chi urla per questo diritto, io che un figlio non l'ho avuto e non l'avrò probabilmente mai. Non voglio che altri, che hanno il contesto per poterlo avere, debbano rinunciarvi per degli ostacoli legali assurdi.

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    1. Ti ringrazio. Come sempre esprimi con garbo le mie stesse idee.

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  9. ho letto un po' di commenti e come al solito si trovano le frasi fatte e rifatte. La cosa di cui non mi capacito è di come estendere un diritto civile (che sia la pma o il matrimonio gay) a tutti i cittadini possa dare l'idea di "togliere" qualcosa agli altri...semmai estendere un diritto dà qualcosa ma non toglie. Mi rattrista sempre pensare a questo nostro paese così indietro...

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  10. Ciao Raffaella, grazie per essere passata da me, anche io ti leggevo da un pò da "esterna", ora lo farò da interna...le cime innevate sono il mio angolo perfetto, il mio rifugio, il mio sogno e la mia aspirazione e il Carnevale di Ivrea, bè, è parte di me!
    Bella la citazione che hai inserito, molto centrata.
    Mi sembra che in generale ci sia una corsa a togliere diritti agli altri, anzichè a chiederne di nuovi per tutti, così nel campo delle Regioni a Statuto Speciale, delle infrastrutture, dei diritti sociali, della tutela della famiglia (come aggregazione sociale di chi si ama e vuole stare insieme, al di là del sesso e della procreazione), delle strutture pubbliche, dei servizi..spesso chi ha ciò che gli interessa se ne frega (e lo voglio dire prorpio così) di chi non ha e non li appoggia, chi non ha invidia chi ha e chiede che sia tolto anche lui..e poi dicono che viviamo in uno "stato sociale" fondato sulla solidarietà...ma dove?
    Quanto alla procreazione, credo che il grosso limite, in Italia, sia ancora e sempre la religione, a volte per i valori che diffonde, a volte perchè presa a pretesto per criticare.
    E poi, che senso ha affernmare che si vuole "difendere la vita", anche quella degli ovuli, e poi, nella pratica, non difendere neppure i bambini già nati, le donne, gli anziani, gli indifesi tutti??

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  11. Leggo Il fatto da mesi, tanti. I suoi commentatori sono particolarmente accaniti e spietati. A volte e' difficile digerire certe pugnalate su questioni assolutamente banali, figuriamoci su questioni etiche e personali.

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