Vivo a Terni.
Città in cui il Santo Patrono, San Valentino, è il simbolo degli
innamorati.
Noi ternani, sobri e discreti in ogni nostra attività, non festeggiamo solo il prossimo 14 Febbraio, ma ce la meniamo
per circa un mese con eventi, manifestazioni e quant’altro, per lo più brutti,
più per un tentativo di dare uno scossone alla crisi, che per un vero credo
nel povero santo che, gli tocca fare la parte del perenne cupido, benedicendo promesse d'amore dure a durare.
Così, in questo clima altamente iperglicemico, mi tocca vedere cuori a destra e a manca.
Elucubrando sull’amore, ho partorito il seguente pensiero.
Chiunque abbia avuto un‘età compresa tra i dodici e i
diciassette anni negli anni ottanta, ricorderà sicuramente “Il tempo delle
mele”, uno e due poco importa, tanto entrambe le trame dei film, erano orrende.
Trame che potremmo tranquillamente riassumere così: nel primo, brunetta
quattordicenne parigina, Vic s'affaccia all'adolescenza con curiosità, timore e
fantasia. Incontra il primo amore mentre papà e mamma sono in crisi. Nel
secondo, brunetta sedicenne, parigina, Vic nel pieno della pubertà, un po’ meno
curiosa incontra il secondo amore mentre papà e mamma sono sempre in crisi.
Del primo ricordiamo la canzone principale, Reality, cantata da Richard
Sanderson, motivo che è entrato a far parte della memoria indelebile
della generazione di adolescenti in quegli anni, fino a massacrarci gli zebedei
e i timpani. La scena in cui Mathieu mette le cuffie del walkman
a Vic, nel bel mezzo di un ballo scatenato, per potersi isolare dal chiasso e
danzare dolcemente abbracciato a lei sulle note del ritornello "Dreams are
my reality" è considerata una delle scene simbolo dell'adolescenza anni ottanta.
Scena talmente edulcorata che, allappa, provocando la carie dentale di tutta
l’arcata superiore e lega l’immaginario femminile di una teenager allo
stereotipo di un principe azzurro che esiste solo in Cenerentola e Biancaneve perché
già nella Sirenetta, il marinaio è un tantino stronzo.
Del secondo tempo delle mele, ricordiamo, lui. Pierre Cossò.
Pier Cossò ha rovinato l’intera classe di genere femminile di
quegli anni. La quale, ritenendolo credibile come degno rappresentante
dell’altro sesso, lo ha ricercato invano in ogni uomo che ha incontrato, con
summa delusione.
Posto che, ognuna di noi è dovuta venire a patti con l’idea del
principe azzurro, che, anche nei migliori casi, è pur sempre uno che porta i
panta collant bianchi e un cappello con la piuma azzurra, credo che sia stato
più o meno doloroso per tutte, riconoscere che, Pierre Cossò non esiste.
Non esiste, ragazze.
E’ un fotomontaggio, un ologramma, graficamente perfetto,
riprodotto al computer in tre d.
E prima sfatiamo sto’ mito, prima eviteremo tante delusioni alle
giovani donzelle di oggi.
Che poi, a dirla tutta, viste le nuove generazioni e la loro
violenza fisica e verbale, forse salveremmo Pierre dalle grinfie di giovani
Lolite assatanate.
Per farla breve, pare che, a riprova della mia tesi, voci sparse
e contraddittorie danno il cinquantatreenne Cossò come vivente su una barca in
una non localizzata isola della Polinesia, lontano da tutto e da tutti, tra il
cielo più bello e il mare più blu presso un atollo misterioso.
In sintesi, nel bel mezzo di una favola, appunto.
Difficile doverlo ammettere, ma ragazze, ci hanno fregate.
Pazza di Pierre Cosso presente.
RispondiEliminaBACI comunque mi piacerebbe molto abitare in zona tua
Ahahahah, adoro il tuo lato romantico! ;-)
RispondiEliminaMa sai che adesso è diventato non brutto, ma peggio, anonimo?
RispondiEliminaEro andata a cercarmi le foto qualche tempo fa (io i tempi delle mele li ho guardati in differita qualche anno dopo, ma hanno fatto il loro effetto ugualmente), e ha perso tutto il suo fascino.
Un po' come il biondo del video di Always di Bon Jovi (Jack Noseworthy), su cui avevo ricamato tanto e che è diventato (lui sì) davvero orrendo.
Un bacio
E se ti dicessi che mio marito c'ha lavorato? O_O
RispondiEliminaMa in tema di melassa, ve lo ricordate Laguna Blu?!
RispondiEliminaCol senno di poi, lei che ed partorisce mi ricorda quelle di "Non sapevo di essere incinta" su Real Time :D
E ma c'e' stato anche il terzo, quello si che davvero era inutile! Ma i primi due... io avevo dieci anni quando e' uscito il primo, figurati quanti balli lenti io dieci spanne piu' alta di vari lui mi sono sorbita con quella canzone!! :D Bellissimi ricordi, comunque, e i film li ho sempre rivisti volentieri.
RispondiEliminaah beh, io avevo scelto come mio principe azzurro kim rossi stuart…lui non è sulla barca con pier, giusto?
RispondiEliminahai ragione: è davvero un fotomontaggio!
RispondiEliminahttp://nonsidicepiacere.blogspot.it/
Ma davvero Pierre vive in Polinesia?? Se si sente troppo solo quasi quasi mi sacrifico e lo raggiungo ;-))
RispondiEliminaIl mio principe azzurro era Patrick Swayze in Dirty Dancing: avevo 9 anni quando l'ho visto la prima volta, e nonostante mi avessero tagliato le scene più "scandalose" sono rimasta folgorata da "Nessuno mette baby in un angolo"..così l'ho cercato per tutta la vita. In effetti uno così non esiste...ma ogni tanto il film me lo rivedo..:)
RispondiEliminaOh, ecco! I miei "teen age" sono stati completamente negli anni '80 quindi hai raccontato la mia storia. Ho rivisto il primo film qualche mese fa e mi sono emozionata ritornando alle fantasie di quel periodo.
RispondiEliminaSì, decisamente fregata!