lunedì 2 luglio 2012

Un uomo, una vita, un passo alla volta


Ho incontrato un uomo che mi ha guardato e ha capito.

Non è servito spiegare, non è stato necessario, ha compreso.

Il suo dolore si è diluito nel mio.

Come due zattere in mezzo a un mare in tempesta, ognuno in cerca della propria salvezza, ci siamo augurati buon viaggio.

Pezzi infranti, cose perdute e sogni negati affogati nella stessa acqua.


Ho incontrato un uomo che mi ha regalato parole senza parlare.

Non ha parlato delle sue perdite e nel silenzio queste hanno gridato.

Ha provato e ha sbagliato disperdendo errori sciolti nel caldo di un sole che non dà tregua.

Ho provato e ho sbagliato, ho perso e ho ricominciato, nel freddo di un sole alto che non riscalda.
 

Ho incontrato un uomo in un giorno qualunque e per un istante ha fatto la differenza, ci siamo riconosciuti, diversamente.

Abbiamo reso più lievi affanni costanti, attenuati da una silenziosa reciproca confessione.

Domani ne ricorderemo solo i frammenti.

Piegato il capo in un inchino reverenziale alla vita, volta nel basso di un omaggio, un uomo mi ha salutato in mezzo al mare.

Nessuna direzione per entrambi, un punto comune verso cui dirigersi, quiete per l’animo.


Ho incontrato un uomo il cui sguardo pesa grammi infiniti di principi e fini, sottile come la linea che separa il cielo dal mare, separato da chi forse vuole raggiungere.


Oggi ho incontrato un uomo.


L’ho sposato quell’ uomo, l’ho sposato cinque anni fa.

L’ho sposato perché il suo modo di amarmi era disarmante. Non lasciava spazio a dubbi  o esitazioni; io ero per lui la donna perfetta, nonostante i miei mille difetti. Ero bella, nonostante la mia schiena storta, intelligente, nonostante le mie sconfitte, brillante, coraggiosa. Ero la regina del suo cuore.

Mi supportava, credeva in me, gli facevano ridere le mie bizzarrie. Era bellissimo tornare alla vita, mentre lui mi ci riportavi per mano. Non potevo non innamorarmi, perché avevo finalmente incontrato il mio uomo. Quello il cui sguardo pesava  grammi infiniti di principi e fini, la mia direzione, il punto verso cui dirigermi, quiete per l’anima.

Lui avevi la regalità morale di mio padre, la gentilezza degli uomini di altri tempi e allo stesso tempo possedeva la tenacia salda delle rocce e una tenerezza infinita dentro agli occhi blu cielo. E guardandoci dentro, quel cielo mi sembrava sempre più vicino, come se “ dopo l’orizzonte ci fosse ancora cielo”.

Abbiamo sognato di costruirci un amore, una famiglia, un sogno comune e abbiamo fatto spazio nei rispettivi cassetti, pronti ad accogliere le  foto dei viaggi che avremmo intrapreso,che abbiamo intrapreso, ritraendoci abbracciati lungo la via del nostro ritorno alla vita, ad una vita in comune.


Poi è arrivata questa creatura così speciale e con lei tutte le prove che abbiamo dovuto affrontare per trovarla, i buchi sulla pancia, i fori nell’autostima, le crepe nell’anima e nel corpo difettoso.

 A volte la regina si trasforma. Diventa irresponsabile, distratta, diventa quello che è sempre stata ma che un uomo troppo innamorato non ha visto.

E allora il buio ci assale, a me assale la paura di non avere grandi ali e a te che io non ti porti oltre i miei voli.

E allora la  stanchezza ci stacca, la distrazione ci separa, il tempo ci allontana un po’ ogni giorno, un pezzetto alla volta, piano, piano.

Ci vuole pazienza, fatica e dedizione per costruire un amore e le stesse servono per decostruirlo, smontarlo pezzo dopo pezzo.

Ci vuole pazienza, fatica e dedizione per curare un amore ferito.

 Tu sei in me come io sono in te ed entrambi oggi siamo nella parte migliore di noi.

Basta solo cercarsi tra la polvere della distanza.


















12 commenti:

  1. Vi auguro di continuare a cercarvi e ritrovarvi. Auguri!

    RispondiElimina
  2. Che belle le tue parole.
    Credo anch'io che la chiave di tutto sia "riconoscersi" trovare la metà della mela, nel bene e nel male, anche se molto è stato vissuto e molto ancora c'è da vivere.
    Dividere la normalità, quella è la vera sfida.

    RispondiElimina
  3. È dura anche per noi a volte, ma vale la pena sforzarsi e ritrovarsi!

    RispondiElimina
  4. Che parole meravigliose, quanto mi ritrovo in quei
    i buchi sulla pancia, i fori nell’autostima, le crepe nell’anima
    E' dura pure per noi, ma ne vale la pena, confermo, si!

    RispondiElimina
  5. Auguri per questo bel traguardo. Hai usato parole bellissime e davvero romantiche ma non mielose. Ancora tanti auguri!

    RispondiElimina
  6. che belle parole! é vero, ci vole pazienza, fatica e dedizione ma camminare insieme è bello.

    RispondiElimina
  7. a volte la distanza aiuta a ricentrare alcuni contorni, quelli che spesso sfuggono allo sguardo da vicino... e ricentrare riavvicina

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ben trovato super papà, mi fa piacere vederti qui. Hai ragione, a volte bisogna allontanaresi un pò per ricentrare i contorni. Bella la metafora della fotografia.

      Elimina
  8. Arrivo sempre tardi ... volevo confermare che diventare genitori, soprattutto se un po' speciali, e' un momento di revisione completa. La fatica e' tanta ma quando si superano momenti così poi l'unione resta più salda che mai.

    RispondiElimina
  9. Meglio tardi che mai, Marzia. Altro che revisione. Qui ci vuole un nuovo tagliando!!
    Ti abbraccio

    RispondiElimina
  10. e mi hai emozionata....ed ho pianto....e mi son detta "ma allora esiste!! allora forse anch'io un giorno...chissà".
    grazie
    ciao
    Daniela

    p.s. sono nuova!!:D

    RispondiElimina